martedì 4 dicembre 2012

Il mio lavoro mi piace, sarà per l'ambiente carino, sarà per l'aria condizionata che mi salva dai 30 gradi dei pomeriggi australiani.. E sarà anche per le chiacchiere tra colleghi.. Ma il tempo passa veloce e sereno. Niente a che vedere con la serie di ultimi lavori degradanti.. stage da A. compreso!
Ieri esco a colazione con Barbara per festeggiare il suo compleanno. Ci fermiamo a Surry Hills, in un bar molto carino.. con un cameriere altrettanto carino che serve a me un porridge alla banana e zucchero grezzo e un frappe di soya alla vaniglia, veramente, incredibilmente buono.. e a Barbara una fetta di banana bread (torta alla banana e al cocco) ed una spremuta ACE.. che le versa accidentalmente sui piedi.. dando adito alle battutine in Italiano, che solo noi possiamo capire.
Poi Barbara mi accompagna in una parafarmacia, perchè ho finalmente deciso di affrontare il problema pancia gonfia.. spuntato fuori da quando mangio a lavoro, probabilmente perchè congelano e scongelano gli alimenti.. Comqune questa farmacista cinese mi fa comprare una tisana che contiene finocchio e non so che altro e mi attacca un pippone sui suoi integratori per vegan. Io la rassicuro che sto benissimo senza l'uso di nessun integratore, che non ne ho assolutamente bisogno.. Mi serve solo qualcosa per sgonfiare la pancia! E alla fine mi suggerisce di comprare dei fermenti. "Ecco, prendi questi, sono vegan friendly!" Io le chiedo circa quattro volte se sono o no testati su animali ecc. Ma lei mi rassicura: "Sono vegan!"
Dopo circa un ora io e Barbara ci congediamo, io devo andare a lavoro e dobbiamo prendere strade diverse.. Per curiosità do uno sguardo ai prodotti che ho comprato e leggo l'etichetta dei miei fermenti.. che ovviamente contengono lattosio! Quindi faccio di corsa tutta la strada verso la parafarmacia.. Arrivo dalla cinese, riesco a mantenere la calma quando le faccio leggere che i suoi fermenti non sono affatto "vegan friendly".. E lei: Ah! Ma tu lo volevi vegan!
Io: "certo, che non si era capito?" Ne prende un'altra confezione che va tenuta in frigo con scritto in grande Diary Free... Ecco questi fanno per me.. Finalmente! Ma dico io.. ci voleva tanto?
La frase che un vegan si sente dire più spesso è: "Mamma mia, dev'essere difficile!". Questa frase la sentiamo pronunciare più e più volte al giorno.. 
Quando ti compri quella meravigliosa fetta di brownie doppio cioccolato e datteri e la commessa ti dice:"Ma quindi non mangi prodotti animali, dev'essere difficile!"
No non è difficile! Non è difficile quando mangi un buonissimo gelato di soia invece che di latte di mucca.. Non è difficile perchè se non ti piace quello che un ristorante ha da offrire, puoi sempre uscire ed andare in quello accanto.. non c'è che l'imbarazzo della scelta! 
Ma l'avere a che fare con gente che nei tuoi confronti si mostra semplicemente superficiale ed ignorante, quello si che è difficile.. e ti atterrisce!
Doverti assicurare di ripetere le cose cento volte, e nonostante questo c'è sempre qualcuno che alla centonunesima non ha capito.. questo è fottutamente difficile!
Vivere vegan è la cosa più facile del mondo...... Rapportarsi con le persone che della tua scelta non sanno niente, che pensano che tu stia facendo una dieta strana, assicurarti di far rispettare le tue scelte.... questa è la grande, grandissima impresa che un vegan deve compiere ogni giorno!
Il difficile è far capire che la tua non è una scelta stravagante, ma che ci sono migliaia di ragioni che ti hanno spinto in questa direzione.. Prime fra tutti il rispetto, la compassione e l'empatia per ogni animale che abita questo pianeta e la convinzione che il diritto alla vita e alla libertà sia di tutti e non appartenga solo alla specie più forte!

sabato 24 novembre 2012

Gianmaria è diventato molto intimo con Roberto, il nostro capo.. ed ora passano la maggior parte del tempo facendo i cazzoni, rendendo impossibile ogni mio tentativo di conversazione, perchè il loro livello di demenzialità è, aimè, davvero inaffrontabile. Comunque Roberto ci è molto simpatico, tant'è che restiamo sempre oltre l'orario di lavoro e si è trovato diverse volte a bere qualche birra nel manicomio che è casa di Molly. L'ultima volta però ha potuto gustare a pieno la meraviglia! 
Si era fermato a dormire da noi, per via del tasso alcolico suo e di Gianma.. quando puntualmente alle 5.30 del mattino inizia la solita catastrofe mattutina.. 
Piccola parentesi: non vi ho ancora mai parlato del ragazzo di Molly, è un Rasta pseudo Buddista, ipocrita e completamente fumato, che vive giorno e notte con il suo Bong in mano, che ormai è diventato nero-grigio. Ipocrita perchè è del tipo: io sono Buddista, non posso uccidere insetti, ma poi va a pesca e si spara pane e prosciutto. Il suo nome è Neaii.
Questa volta la lite è iniziata così:
Neaii: <<Molly non vieni a dormire, sono le 5.30?>>. Molly: <<le 5.30 del pomeriggio!?>>. Neaii: <<no, sono le 5.30 del mattino!!!>>.
Alchè iniziano a litigare ferocemente per via dello sfratto ricevuto per il venerdì successivo, entrambi fermamente convinti che fosse già giovedì e non mercoledì. 
Lui inizia a distruggere l'appartamento lanciando chitarre, manichini, sfondando la porta del bagno a martellate, demolendo tutto quello che gli capita a tiro.. Molly disperata reagisce prendendo in ostaggio il suo bong e scappando per tutto il palazzo, con Neaii sconvolto che le corre dietro urlando: "Il bong!! Ridammi il bong"
A quel punto Roberto sotto shock, ma divertito, capisce che è giunto il momento di darsi alla fuga.
Rientra Molly. Di Neaii non c'è traccia.
Noi in tutto ciò restiamo tutto il tempo barricati in camera di Gesù.. Poi anche Gianmaria va a lavoro. 
Quando di trattenere la pipì non ne posso più e mi decido ad andare in bagno.. mi trovo davanti alla devastazione.. Mi giro verso la sala e vedo Molly che parla con due agenti di polizia.. Bene!
Per fortuna che la sera prima abbiamo ricevuto il messaggio della speranza dall'appartamento 401 (quello di Nick).. Ci comunica che una stanza si è appena liberata per 3 settimane... Quindi quando il poliziotto mi chiede se anche io sono un'abitante della casa dei matti, con grande sollievo posso rispondergli: <<Non più!>>. 
Lui è molto gentile, mi rivolge qualche domanda. Io mi diverto ad attribuire tutta la colpa della lite a quel coglione di Neaii, anche se ammettendo che la sua violenza è sempre stata rivolta solo alle cose e mai alle persone. 
Quando i poliziotti lasciano l'appartamento e dopo essere andata a prendere le chiavi della casa nuova, ritorna Neaii che si bacia con Molly come niente fosse. Ma già dopo mezz'ora la lite ricomincia. 
Intanto è tornato Gianmaria da lavoro, preoccupato dai miei messaggi, giusto in tempo per vedere Neaii che finisce di demolire la casa. 
Molly gli fa presente che ha chiamato la polizia, lui recupera il suo Bong e sparisce. Alchè non si è ben capito chi dei due questa volta ha richiamato la polizia.. Ma sta di fatto che tornano in 6, armati.. e pronti all'azione. Esce fuori che Neaii è ancora nel palazzo. Alchè lo vanno a cercare. Lo trovano sul terrazzo con il suo magico Bong e una tazza piena d'erba. Non prendono alcun provvedimento, anzi lo lasciano anche tornare in casa a recuperare il suo skateboard, con mio profondo disappunto.
In ogni caso decido che è ora di andare a lavoro e lasciarmi quello schifo alle spalle.. 
Tornati a casa (..quella nuova!), veniamo a sapere da Nick che Neaii nel pomeriggio è stato portato via da un' ambulanza.. quindi presumo la lite sia durata ancora diverse ore..
Ad oggi mi sto lentamente riprendendo dai traumi, dalla mancanza di sonno e dallo stress accumulato. L'appartamento di Nick è gigante e senza scarafaggi, sono tutti tranquilli e se suonano suonano buona musica.. ed io posso finalmente tornare a cucinare per i miei amici.. Invitare Barbara (la mia ex compagna di accademia sbarcata da un mesetto a Sydney) a cena.. e testare la mia cucina su persone che sembrano gradire molto, per capire quali ricette entreranno a far parte del menù della mia futura gastronomia di cucina casalinga vegan.






sabato 17 novembre 2012

La ricerca della casa continua, dentro e fuori l'Hibernian House.. A lavoro iniziano i primi riconoscimenti e le ore dei miei turni aumentano: certo non sono come Gianmaria che riesce a fare 70 $ di mancia.. Ma inizio ad ingranare un po'.
A casa di Molly la situazione è sempre in stallo. Per fortuna ha ricevuto una querela per il troppo rumore e per atti di vandalismo, che ha fatto abbassare di qualche decibel il volume della musica. In ogni caso abbiamo parlato un po' ieri sera.. e quando ha ammesso lei stessa di avere problemi psichici, di essere stata rinchiusa perchè credeva di vedere i fantasmi nel palazzo.. ho avuto qualche piccolo rimorso per quello che avevo scritto in precedenza.
Comunque non sono molto aperta alla condivisione in questo momento. Quando non sono a lavoro, sono molto introversa. E' Gianmaria che cura le relazioni adesso. Per esempio è rimasto in contatto con tutte le persone conosciute nel giro di presentazioni in cui io ero muf-fattissima.. ed ora stiamo organizzando cene a domicilio per trovare la prossima casa. La prima è stata nell'appartamento numero 401.. in cui avrei giurato ci vivesse una gnoma, ma persone più coscienti di me mi hanno deriso e beffeggiato per questo. La gnoma in questione non è altro che una ragazza come tante, che credevo vegana.. ma è semplicemente intollerante al latte (peccato).
Il nostro contatto nel 401 comunque non era lei, ma Nick. Un musicista coi capelli rossi, che è stato molto "friendly" e ha gradito la pasta aglio, olio, peperoncino, mandorle tritate, asparagi e non mi ricordo che altro fatta da Gianma.. che difatti era molto buona. In  più io ho riportato da lavoro  decine di tramezzini assolutamente non cruelty free (mi piace pensare che se mangiano quelli avanzati non ne uccideranno di altri), oltre a verdure grigliate e dolci, che vengono quotidianamente buttati.. e che noi puntualmente impacchettiamo e portiamo a casa.
Comunque Nick non ci ha dato false speranze e crede che i coinquilini non accetteranno una coppia tra loro. 
Oggi invece è una giornata davvero angosciante. In principio ero abbastanza felice, ma quando Gianma si sveglia, stravolto dai postumi di poche birre e troppe ore di lavoro, uccide di fronte ai miei occhi una piccola falena che credeva essere una zanzara.. ed io ho una crisi di pianto durata ore. Stiamo andando a vedere l'ennesimo appartamento quando mi fermo nel centro del parco ed inizio a piangere sguaiatamente, senza riuscire a muovere un arto. In realtà voglio anche buttarmi per terra, ma riesco a trattenermi. Alla fine, molto lentamente, riusciamo a raggiungere la casa..  l'ennesima topaia. Poi Gianma, che ha molta fame, non avendo fatto colazione, propone di mangiare qualcosa. Ci fermiamo ad una gastronomia cinese. Io, ancora abbastanza scossa, riesco ad ordinare l'unica cosa non contenete animali morti o uova.. ma mi giro e vedo un acquario al mio fianco. Già mi indigno per i pesci in gabbia, ma poi quando leggo: QUESTI PESCI LI CUCINIAMO VIVI... esco completamente fuori di me. Inizio ad urlare contro questa cinese torda che non capisce niente. Le dico che mi deve ridare in dietro i soldi: io non finanzio persone che cucinano animali vivi.. e lei che insiste che il mio piatto è vegetariano.. Alzo ancora di più il tono ed inizio a tremare furiosamente, allora mi ridà i soldi in dietro ed esco agitata dal locale. Gianmaria che aveva già ordinato si fa impacchettare tutto e mi segue. Sono davvero afflitta. Voglio andarmene sempre di più da questo posto insano. Inizio a pensare che questa ricerca di una casa non abbia più senso.
Sta sera invece cena a casa di Sean, un ragazzo australiano di 21 anni, a Sydney per un corso da film-maker (regista). Ci dice che ritorna nel Quensland il 6 dicembre e quindi c'è la possibilità di trasferirci per quella data.
Questa volta è il mio turno di cucinare. La mia pasta viene perfetta: spaghetti aglio, olio, broccoli, peperone giallo, peperoncino rosso secco e due verdi freschi, funghi, carotine baby, pinoli.. All'ultimo aggiungo due cucchiaioni di "burro d'oliva" (non so se in italia esiste, è una specie di olio condensato, un po' salato, davvero buono). Mentre impiatto entra una francese che, attratta dall'odore della mia cucina, fa intendere che vuole cenare anche lei. Per fortuna ho cucinato a volontà. Mi giro un attimo e la ritrovo che sta mettendo dei baby spinaci crudi nei piatti.. Ok, questa passa, ma mi da abbastanza fastidio. Sarà pur vero che sono a casa sua, ma ai miei occhi sembra un atto di prepotenza e maleducazione. A fine cena se ne esce che lavora in una macelleria e inizia a smerciare una salisccia puzzolente.,, Ok, ufficialmente non voglio più vivere in questo appartamento! Per allontanarmi dalla puzza inizio a riassettare la cucina e poi mi metto a preparare qualche muffin. Il forno è troppo forte, non so come sia possibile ma escono bruciati fuori e crudi dentro, una cosa mai successa prima.. E dire che era la cucina dei miei sogni, superfornita, con l'isola al centro ed infiniti pianali. Mi rassegno.. una bella cucina è tutto ciò che voglio, ma se devo condividerla con una macellaia resto dell'idea che preferisco vivere in un ostello. Lascio i muffin sul pianale e torno a "casa". Una giornata distrutta dalla morte di una falena. Questo e tutto.

giovedì 15 novembre 2012

Credo che un aggiornamento qui sia dovuto.. 
Sono due settimane che sono nella casa della Pazza.. Ho finalmente conosciuto una vera personalità borderline e posso dirmi felice di aver scoperto di essere normale.. che dire, se si vuole passare sopra alla batteria che suona dalle dieci del mattino alle quattro di notte, alla musica a tutto volume e al Rap spiccio che intasano le mie orecchie ogni giorno, non si può passare sopra alla pazzia di questa persona, che sfiora il paranormale. Mi sveglio ogni mattina alle sei per via di grida e litigi senza senso, con bicchieri che volano.. perchè i suoi cambi d'umore avvengono così, all'improvviso e senza alcuna causa apparente.. Un momento ci abbraccia e ci definisce i suoi angeli, l'altro inizia a  imprecare e ci vuole fuori di casa.. Ed io andrei più che volentieri.. sto vedendo decine di stanze.. più che altro topaie, che non posso essere definite case e costano più del doppio di questa qui.
Tornando alla Pazza si è perfino incazzata perchè ho cucinato muffin nella "sua cucina"! Ed io che pensavo fosse una cucina condivisa.. in un appartamento condiviso.. e tra l'altro se n'è pure mangiati 8.  
Sabato c'era un party ed io per creare un punto di incontro tra gli alieni e me ho preparato dei muffin speciali all' Hashish.. Per farli devi far cuocere l'erba tritata per una mezz'ora abbondante nella margarina vegetale (si ovviamente erano vegan). Ho avuto la brillante idea di mangiarne due  insieme e sono partita completamente, ho iniziato a viaggiare. Prima di tutto abbiamo fatto un giro del palazzo offrendo i muffin normali agli altri inquilini.. Che hanno apprezzato tutti moltissimo (i miei muffin vincono ancora). Poi però ho iniziato a non capire più niente e stavo lì che ridevo e vedevo le mie braccia muoversi a scatti, come se fosse una stop-motion. Era intrippantissimo. A un certo punto mi sono buttata a letto e messa a fissare una foto della Greath Ocean Road, per vedere se riuscivo a far muovere le onde. Diciamo che è stata un esperienza interessante, ma da non ripetere, perchè il mio ipocondrismo mi ha fatto imparanoiare al quanto e ringraziare il cielo di aver superato la notte incolume. Il giorno dopo ero uno schifo.
Per quanto riguarda il lavoro invece mi piace proprio tanto.. anche se non sono una cameriera prodigio, mi impegno un sacco in tutto quello che c'è da fare. L'ambiente di lavoro è stra sereno, il posto è bello e rilassante.. Devo dire che questo lavoro mi piace di più di tutti i lavori come schiava fashionista che abbia mai fatto.. è tra l'altro il lavoro più pagato che abbia mai fatto.. 3o$ l'ora netti, che sono tutto ciò che mi fa ancora apprezzare l'Australia. Non che non sia un bel continete, ma non è assolutamente il mio continete. Mi manca il cibo genuino italiano, la mia famiglia ed il mio cane.. ed inizio ad avere un gran desiderio di tornare a casa.. Non a Roma, ma a casa casa, quella che si trova in quel buco di culo del mondo che è la monotona cittadina di Francavilla al Mare. Voglio portare il mio cane in spiaggia di notte.. riesco persino a sentire l'odore di salsedine e l'aria fredda sulla pelle.. poi voglio cucinare le crepes vegan per la mia famiglia.. E magari fare da catsitter a Lamù, la gatta di mia sorella. 
In più stavo pensando che mi piacerebbe insegnare, plasmare le giovani menti.. magari Storia dell'Arte, o qualcosa di simile.. mi sono finalmente riappacificata con il mio lato umile ed umano che avevo perduto da tempo.. e stento a riconoscere come appartenenti a me il lato egocentrico e desideroso di arrivismo che costituivano il mio carattere. Ok, volevo scappare, esplorare il mondo, pensavo che per me ci fosse un posto migliore. Ora penso di dover trovare semplicemente una me migliore.
..Mi mancano anche i miei amici e la mia Brisbane, spero prima o poi qualcuno passi da queste parti.

domenica 4 novembre 2012

Il mio giardino in gabbia, Gianmaria ed io, siamo finalmente approdati nella casa nuova. E’ tutto abbastanza surreale. Partiamo dal fatto che non siamo nella camera di Ferdinando il messicano, che è stata occupata da un amico di Molly, ma nella camera di Jesus, che si trova fuori Sydney per due settimane. Io non ho mai incontrato Jesus. Ne ho sentito parlare e tanto, dicono di lui che è un ragazzo bravissimo e generoso. Io so solo che in camera ha una tavola da surf e che tutto sommato è ordinato e la sua roba non puzza. Ma per quanto mi riguarda ho ancora seri dubbi sull’esistenza di Jesus, se non fosse che decine di estranei bussano alla sua porta ed invocano il suo nome.. e io non posso che rispondere non sono Gesù, Gesù non è qui! 
Non ho ancora preso familiarità con la cucina.. Sarà che sono arrivata il giorno dopo del party di addio di Ferdinando e fino a due ore fa c’era una montagna di rifiuti sul pavimento di proporzioni colossali. Abbiamo aiutato Molly a pulire, io facendo sfoggio dei miei guanti in lattice neri da serial killer. Lei ha apprezzato molto, non credo che le capiti spesso di ricevere aiuto nelle pulizie. Comunque ora la casa ha ripreso un aspetto apprezzabile. 
C’è sempre musica a palla e qualcuno che canta, suona la batteria e alle volte che balla anche.. ma per fortuna camera di Gesù è un po’ più riparata di quella di Ferdinando, se non fosse che le pareti sono di cartone e che c’è una palestra di danza nell’appartamento di fianco che mette in loop le stesse canzoni trashissime tutto il giorno. 
Altra cosa molto pittoresca sono i ratti grandi come opossum che si trovano nel seminterrato. Si sono completamente appropriati del palazzo e sono del tutto indifferenti alla presenza dell’uomo. Mi sono anche resa conto che l’indiano dove compravo i pakora confina proprio con quel seminterrato.. (e l’ho visto anche andare a buttare la spazzatura facendosi strada tra i topi) quindi posso dire addio ai pakora sotto casa.. I topi comunque è possibile vederli scorazzare allegri e felici anche dalla finestra di casa.. ma, va bene! C’è di peggio nella vita! 
Ho fatto un giro del palazzo, macchinetta in mano, ed ho fatto alcuni scatti. Gianmaria sta lavorando ad un ristorante francese ad Alexandria, io sono free fino a martedì, quando farò un trial (giorno di prova) come cameriera alla Sidney University.. questo lavoro mi serve proprio, quindi incrociate le dita per me!














sabato 27 ottobre 2012


Come nelle sitcom, quelle che hanno passato la quarta stagione e in cui gli sceneggiatori non sanno più che cosa inventare.. è arrivato anche per me il momento della puntata “E SE”, di quel telefilm che è la mia vita. 
La mia fantasia più frequente è quella di poter tornare indietro nel tempo, per cambiare delle scelte dissennate, o semplicemente, per scoprire cosa sarebbe successo se avessi fatto questo o quello.. 
Ecco quindi un racconto del tutto ipotetico, di cui non è vero niente.. o è vero tutto: 

E se.. 

Ho ormai capito che del mio istinto non mi posso più fidare, tutto ciò che faccio d’istinto si rivela immancabilmente una grande cazzata. Ebbene si, sono la donna dall’istinto suicida. 
Iniziamo col raccontare il modo in cui mi sono licenziata.. (si, lo so.. un'altra volta!) Il mio capo mi aveva dato questo nuovo lavoro, che era anche pagato meglio, e meno degradante.. ma era davvero lontano.. Insomma succede che proprio non ci so più stare tante ore a lavorare da sola, è alienante.. mi inizio a sentire paranoica.. e mentre cerco di rimuovere una scritta da un vetro, di questa casa in costruzione immensa che devo pulire tutta da sola.. beh succede che lo rigo e vado nel panico.. decido di andarmene e mando al mio capo un messaggio delirante, su certe analisi del sangue che ho ricevuto da cui si deduce che sto per morire e devo tornare in Italia.. (non ho proprio detto per morire, ma il senso era quello).. 
Ora vi starete chiedendo il motivo di questa balla madornale.. l’avrò tirata fuori solo per attirare un po’ di Bad Karma? In realtà credo cercassi di farmi pagare tutto e subito, o qualcosa del genere? Non so.. non chiedete a un pazzo perché si comporta da pazzo. Chiedetegli piuttosto cosa l’ha reso pazzo. 
Dopo di che stavo per accettare un lavoro come assistente (bersaglio) per una lanciatrice di coltelli.. poi Gianmaria mi ha fatto rinsavire.. e capire che è meglio non tirarsela. Come si sa la fortuna.. quella sconosciuta, ancora non mi assiste. 
Fatto sta che ho scelto di dire “Si” alla vita, tutte le volte in cui non mi va di fare qualcosa, o sono riluttante, allora quello è il momento di farla. Quindi quando qualche giorno fa Gianmaria mi ha chiesto di accompagnarlo a casa di questo messicano artista matto, che è comunque un gran figo.. io, nonostante avrei voluto solo spararmi una bella puntata di Grey’s Anatomy sotto le coperte.. anche se decisamente contro voglia, ci sono andata. E non me ne sono pentita affatto! 
Entriamo per questo portone nero, non diverso da un qualsiasi portone di un qualsiasi palazzo. Ma subito ci ritroviamo in questa ambientazione allucinante.. E’ tutto interamente ricoperto di graffiti, sembra di aver passato una porta spazio-temporale che ci ha trasportato da Sydney a New York. Si tratta di un palazzo “occupato” da artisti di ogni genere, circa sei piani, con terrazze, bagni underground, ascensori e scalinate, tutti completamente tappezzati di graffiti, molto belli.. E dentro ci sono non si sa quanti appartamenti, tutti arredati con un proprio stile.. unico. Oggetti vintage di ogni genere, laboratori di falegnameria, metallo, ceramica. Entriamo a casa del messicano, le stanze dentro sono ricavate da pareti di compensato. Ci mostra la sua camera: le pareti sono formate da lastre di legno quadrate, di texture differenti; il suo armadio è una cassaforte blindata degli anni ‘20 davvero imponente. Ci presenta sua moglie. Si sono appena sposati e non lo hanno ancora detto ai rispettivi parenti. Lui dovrà fingere di chiedere la mano al padre di lei, perché entrambi vengono da famiglie molto religiose. Insomma parlo a lungo con lei, dalla quale vengo a sapere che tempo due settimane faranno un viaggio in Messico.. E allora le mostro il mio interesse per la loro camera.. e mi dice che è totalmente disponibile.. e che l’indomani parlerà con la tipa che si occupa dell’affitto delle stanze (la camera costa 140 a settimana, che sarebbe la metà di quello che paghiamo al momento).. e ci farà sapere. Quindi se tutto procede per il meglio, tra due settimane, questo posto incredibile diventerà la nostra nuova casa! Io e Gianmaria ne siamo assolutamente entusiasti. 
Il giorno dopo mi trovo ad andare nella stessa strada, per un colloquio con un’agenzia che si occupa di beneficienza.. Ma si scopre essere un massacro di cinque ore, in cui sono costretta a vedere vari esemplari di scimmie ammaestrate (senza alcuna offesa per le scimmie), provenienti da tutti i paesi del mondo, che giocano a chi grida più forte e si lanciano banane, compiacendo il già troppo compiaciuto fondatore della società.. che ci ha fatto questo interminabile seminario su come, per ottenere soldi dalla gente, non serva che tu sappia di cosa si occupano le associazioni, ma conta solo il cercare d’essere arrapante. Ovviamente, nel mio raccapriccio manifesto, contornato dallo sfoggio di neuroni.. non ho ottenuto il lavoro. 
Oggi invece ho avuto un’ altro colloquio, questa volta come Aiutante di Babbo Natale. 
Questa ragazza super sorridente dall’ Africa (uno dei pochi paesi al mondo, dove i sorrisi sono sinceri.. ma il suo purtroppo aveva in parte assorbito l’influenza fasulla di Sydney).. Insomma, Yeah! Le faccio intendere che se mi assumerà sarò una super simpatica Aiutante di Babbo Natale, con esperienza bi-centenaria con i bambini. Con una spiccata attitudine al lavoro di squadra e che regge bene lo stress. Con una tattica infallibile di vendita e nel rapporto con i clienti.. Insomma: perfetta descrizione di me, no? Non mi resta che aspettare il responso.. e che finiscano di controllare la mia fedina penale, non sia mai che esca fuori che sono una pederasta! 
Detto ciò domenica ci sarà il Festival Vegan, che è il mio spiraglio di luce, in mezzo a tante tenebre.. Dove ho intenzione di spacciare centinaia di Curriculum, piantarmi lì tutto il giorno e trovare, finalmente, il lavoro ideale! 

Vi ho fregato. Alla fine tutto ciò che è scritto è accaduto realmente. Mi sono persa in un bicchiere di mancanza di fantasia. Ma mi piace credere che il mio quotidiano sia ancora, in qualche modo, d’ interesse.

lunedì 8 ottobre 2012

Mi riprometto sempre di scrivere più spesso e poi non lo faccio. Gianma è qui sarà da un mese. Casa nostra rimane un letamaio. Ma ci piace. Ha iniziato a lavorare molto saltuariamente come cameriere (un lavoro a cui dovevo andare io, ma mi sono rifiutata dato si trattasse di un ristorante di pesce), ha anche trovato un lavoro come fotografo di Santa Claus, che è pagato bene e sicuramente sarà divertente.. gli hanno fatto firmare un foglio in cui attesta di non essere un pedofilo. 
Io mi sto dando alla cucina sempre di più, a volte penso che dovrei farlo per lavoro, perché mi fa stare bene, mi piace creare, reinventare.. e soprattutto mangiare! Diciamo che con i miei 53 chili sono ben lontana dalla magrezza di Melbourne e dell’Out Back. Ma mi sento in salute.. Se non fosse che mi alzo tutte le mattine alle 5 per andare a pulire un merdosissimo Pub frequentato dal peggio della società australiana. Qui a Sydney una buona parte della comunità è alcolista o tossicodipendente ed io lavoro in un Pub che inneggia i 3 peggiori vizi: alcol, fumo, gioco. Talvolta mi capita di lavorare fino all’apertura (9 del mattino) e ci sono già 4-5 ubriaconi che fanno colazione con una pinta di birra. In più ci sono due sale con le macchinette per giocare ed ho contato ben 10 sedie in cui qualche schifoso si è pisciato addosso. In ogni caso non mi annoio. Lavoro poche ore al giorno.. In realtà sono ore buie della mia giornata, come se non esistessero, perché le avrei spese comunque dormendo.. E poi mi resta tutta la giornata per fare quello che mi va, che ultimamente sembra essere andare nella libreria dell’università (10 minuti da casa) dove scrocco la connessione wiifii e lavoro al mio nuovo “blog” (www.naturale.blog.com), che è un po’ un blog di cucina, un po’ di life-style.. una sorta di guida vegan, dove annoto le mie scoperte, ricette, condivido conoscenze, ecc. 
Lunedì era non so che festa australiana e io e Gianma siamo stati invitati ad un pick-nick da dei ragazzi che lui ha conosciuto ad un market. E’ stato carino, ora stiamo organizzando per invitarli a cena qui da noi (soprattutto aspettiamo di trovare il coraggio di pulire casa), dove io cucinerò una cena vegana. Per l’occasione credo inviterò anche Giulio e Umberto perché non li vedo da tanto e mi mancano. 
Due giorni fa invece abbiamo visitato Balmain e Rodzelle. E’ stata una bella giornata, se non fosse che abbiamo camminato così tanto che ancora non recupero.. Ho le gambe dolenti e mi sento vecchia (sarà pure perché dormo 5 ore a notte)! Comunque Balmain è il posto dove vorresti mettere su famiglia, sembra una cittadina nella città. E’ piena di gatti coccoloni, casette dei sogni.. In più in un negozio dell’usato ho trovato il libro più bello di tutti i tempi: Family Tree (Australian Edition), un album fotografico dove riscoprire le radici della tua immigrazione in Australia, appuntare ogni segreto e aneddoto di famiglia, le foto dei tuoi bambini, dei tuoi animali domestici.. Da tramandare ai tuoi figli per non far perdere le tracce della famiglia nel tempo. Ora devo solo fare un corso di scrittura (non ho ancora capito perché se disegno così bene scrivo così male..) ed iniziare il mio album di famiglia. Sicuramente le foto agli inizi del ‘900 sarebbero state più romantiche.. ma pazienza! 
..La mia bici è abbandonata chissà dove e ancora non trovo la voglia per andarla a ricercare, presumo la ritroverò senza una ruota.. poveretta, Sydney ha troppe salite, magari quando ri-approderò a Melbourne avrà un destino più fortunato. 
Ah! Prima ho preso le forbici dalla cucina ed iniziato a tagliare i capelli senza cercare di dare una forma precisa.. Il risultato comunque è apprezzabile.. Cercavo di creare un taglio che dicesse “io me ne frego” invece.. beh sono ok!










giovedì 20 settembre 2012

Oddio, mi rendo conto ora di nn scrivere da un mese.. Ma per aggiornarvi con tutto quello che è successo dovrei cambiare il nome del blog in VerWasHere.. Quindi non racconterò di come ho lasciato il mio internship (vi basterà sapere che oltre ad essere contro lo sfruttamento degli animali sono anche contro lo sfruttamento delle persone). Non vi ho neppure parlato di Umberto e Giulio che erano i miei amici di Napoli nell'ultimo ostello.. comunque ora sono qui, nella mia nuova casetta, nel mio nuovo quartiere: Bye Bye King Kross.. Welcome Redfern! E ricongiunta con il mio vecchio ragazzo!!!
Di nuovo in cerca di un lavoro (il più cruelty free possibile) quindi con il mio Resumè in borsa e la nuova reflex in mano (per gentile concessione di Gianmaria), giro per il mio quartiere e scatto.. E ritrovo la voglia di.. Scrivere, comunicare con gli altri.. E l'entusiasmo perduto.
Oggi la mia ricerca del lavoro perfetto mi ha portato a Newtown e Glebe Point Rd. elette le mie nuove zone preferite di Sydney. Newtown è super-fricchettona e non ha niente da invidiare a Londra, ancor più dal momento che è super eco-cruelty free e passare davanti a decine di Vegetarian & Vegan restaurant, shop e quant'altro mi ha dato una bella carica di buon umore!! Ho anche trovato un parrucchiere che fa trattamenti vegan che cerca modelle per taglio e colore gratis! Devo dire che ne ho un bisogno estremo (nonostante molta gente ipocrita mi faccia spesso i complimenti per il mio taglio e colore), quindi super contenta!
In più ho trovato un centro di info e seminari sull'ecologia (Green Living Centre) che ho bombardato di domande e che mi ha stilato una lista di posti dove fare volontariato (e magari anche dove ottenere un lavoro) per animali e cucina etica.
Poi a Glebe Point Rd. nel The Cruelty Free Shop, negozio interamente vegan dove ho trovato svariati opuscoli e riviste informative free, nonche' carinissimi adesivi e una spilla anti Foie Gras. Alla fine ho comprato solo una barretta di cioccolato che ho trangugiato in pochi minuti, perche' il negozio vendeva piu' che altro tutti quei surrogati dei prodotti animali che mi fanno un po' impressione e di cui non sento la mancanza (parmezzano e annessi).. ero un po' tentata dalla panna di soia, ma era troppo costosa per le mie finanze. La prossima volta magari..
A casa mi sto sbizzarrendo cucinando tutti i giorni mille prelibatezze, che Gimmi si diverte a fotografare: dal pane tibetano ai chapati indiani, alla zucca ripiena, cupcake, crêpes dolci e salate, arancini.. Diciamo che mi ha preso il matto! Mi era venuta voglia di seguire un corso di cucina, ma se continuo così mi sa che sarò io a sostenerlo!!


Cameretta di Gim & Ver
20 Sept. 2012
Iniziato il nuovo lavoro! Che poi sarebbe lo stesso di Brisbane, in una impresa di pulizie, ma peggio pagato (solo 17 dollari l'ora, che sono comunque abbastanza da pagare il mio affitto di una settimana in un giorno di lavoro: in due giorni copro ampiamente tutte le spese, potendomi permettere qualche extra.. penso comprero' un libro di cucina che ho visto nel Cruelty Free Shop magari!). Non sono entusiasta, ma il mio capo e' molto simpatico e gentile e me la fa prendere a bene.. eccetto per il fatto che durante il primo giorno di lavoro mi ha portato da McDonald e mentre ero in bagno ha comprato a mia insaputa una strana crocchetta di patate, un caffè nero lungo ed un panino con qualche animale morto ed uovo... Mi ha praticamente costretto a mangiare la crocchetta assicurandomi che era totalmente priva di latte (gli avevo detto di essere intollerante per non andare in contro a sorprese sgradite: e' molto piu' facile che qualcuno ti offra qualcosa con dentro il latte di mucca, che con animali defunti o mestruo di gallina= uova).. Anche per il caffe' non ho trovato motivazioni adeguate per declinarlo perche' in macchina vantavo la bonta' del mio caffe' italiano.. per il panino invece sono riuscita a depistarlo dicendo che lo avrei mangiato per pranzo per conservare cotanta bonta' (.. poi tornando a casa l'ho dato al gatto arancione che fa sempre la spesa nei bidoni sotto casa, spero di non averlo avvelenato!.. ma in fondo McDonald = cibo per gatti, no?).
Sera, dopo il lavoro, giro turistico con Gianma a Newtown: dovevo mostrargli tanta bellezza! E gelato al cioccolato nel Vegan Choice in King St. (non era male per essere un gelato non venduto a Roma, un po' troppo ghiacciato pero'..) Anche qui tanti cibi un po' ambigui stile surrogato di carne e formaggi.. ma anche tanti depliant di corsi di yoga e meditazione gratuiti.. Vorrei andare, ma in situazioni come questa mi manca tanto Jose'.. ci saremo sballati insieme! Spero mi venga a trovare presto!!!
Oggi Bondi Beach: dopo un mese e mezzo a Sydney era anche ora.. Ma comunque un po' deludente. L'unica cosa che ho davvero goduto erano le acrobazie degli skateboarder.. non tanto il momento splatter in cui ad un ragazzo che e' caduto e' uscita fuori la rotula dalla spalla!











venerdì 24 agosto 2012

Sydney città di alieni.

Il mio lavoro tra alti e bassi sta iniziando ad ingranare. Considero A. davvero una persona di talento e di grande ispirazione. Non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo perchè al momento è fuori città ed io, sotto le direttive di Melissa, sto riordinando il suo archivio.. che è un po' come giocare a memory. Ma non l'avrei mai detto, non mi annoia affatto. 
Avere come capo una ragazza più piccola di me (Melissa ha solo 22 anni) devo dire che invece mi pesa parecchio. Ma guardandola dal lato positivo, magari qui in Australia c'è più possibilità di "fare carriera".
Per quanto riguarda la mia vita in ostello non è migliorata neanche un po'. Per qualche giorno ho avuto come compagno di stanza un ragazzo inglese di nome Richard, che trovandosi a disagio quanto me in quest'ostello era un ottimo interlocutore. Devo dire, che in generale i miei compagni di stanza sono sempre gradevoli, ma fuori di essa è una disperazione.
Sono addirittura arrivati a rubarmi le patatine di mais vegan con salsa BBQ dalla borsa.. che alla fine mi sono dovuta portare in camera.
In più vuoi per dei volantini che erano nel BlueTongue Backpackers vuoi perchè il latte tutti i giorni a colazione mi faceva venire i crampi, ho iniziato ad informarmi sul vivere vegan. E con orrore ho constatato con quanta superficialità ed ignoranza mi trovassi ad affrontare certi argomenti. Per quanto fossi una vegetariana convinta ed abbastanza informata, davo per buone delle realtà che di buono non hanno proprio niente.
Ed oltre ai benefici sul piano etico ora mi ritrovo la pelle più liscia che abbia mai avuto. Sono liscia come Flipper il delfino. Ed ho avuto il mio primo ciclo senza dolori lancinanti (e senza dover prendere medicinali).
Sto vivendo però dubbi e perplessità riguardo ad i miei vestiti di pelle. Un tempo ne adoravo l'odore, l'aspetto.. ora mi fa venire la nausea. Probabilmente cercherò di portarli ad un negozio di seconda mano, cosa che mi urta terribilmente, perchè se io non devo indossare un animale morto, non credo sia giusto che lo indossi qualcun altro, ma pur buttandolo non gli restituisco la vita.. Quindi pensavo magari di chiedere un change in un qualche negozio, prendendo un'altra giacca che non sia stata uccisa in cambio della mia. 
Per quanto fossi una vegetariana tollerante, ora mi sento nauseata dai supermercati, dalla cucina del mio ostello.. mi sembra di essere in un film del orrore, circondata da zombie mangia cadaveri.
In più con mia grande sorpresa Raimundo è venuto a Sydney. Ma non è riuscito a cambiare il mio pessimo umore e forse lo ha anche peggiorato.
Domani ho un giorno di prova in un locale come Door Staff (in pratica la ragazza che sta alla porta con i buttafuori).. Ma sono assolutamente pessimista a riguardo. Perchè oggi sono così, umore nero.

sabato 18 agosto 2012

Da dove cominciare...
Intanto non ve l'ho raccontata tutta.. Non è che sia proprio partita all'avventura quando ho deciso di comprare il biglietto per Sydney.
Avevo già inviato il mio Resumè (CV) a tutto l'elenco dei designer della Sydney fashion week.. e già ricevuto quattro proposte per internship.. Quindi ho affrontato il mio ennesimo, interminabile viaggio di 13 ore, in treno, con un obbiettivo ben preciso: iniziare la mia carriera da fashion designer qui a Sydney!
Tra i quattro brand alla fine ho scelto A., un fashion designer giapponese che lavora anche con il teatro.. e che mi sembra molto fico.. Plus inizio il mio internship il giorno prima dell'apertura della Sydney fashion week... il che preannuncia un inizio scoppiettante!
Sydney è fin ora la città più interessante di tutta l'Australia. Sarà per il Museum of Contemporary Art o sarà per la Biennale di Sydney, che non ha niente da invidiare alla Biennale di Venezia, ma devo dire che di stimoli ne ha a volontà!
Non si può dire lo stesso riguardo ai rapporti sociali.. Sono nel peggior ostello di sempre! Decisamente per turisti e per niente adatto alla vita di tutti i giorni.. Per non parlare della famiglia di insetti che vive nelle pareti della cucina e la sera esce a reclamare gli avanzi, abbandonati un po' d'appertutto.. le condizioni di igiene lasciano molto a desiderare..!
Fortunatamente ho avuto un fine settimana molto divertente e non mi sono sentita sola, dal momento che Max, uno degli ultimi arrivati al BlueTongue, a Brisbane, era qui di passaggio prima di ritornare in Francia.
Insieme a lui ed alla sua amica canadese abbiamo girato tutta la City, China Town, The Rock e il lungo fiume, il Botanical Garden, dove nel giardino delle spezie mi sono sgraffignata una piccola scorta, tra cui curry e tea tree oil (che ho scoperto essere una pianta autoctona)..e dove ho anche cercato di sfamare una murena di acqua dolce che esigeva cibo da me.. ma purtroppo non ho trovato nulla di suo gradimento.
Con amara delusione ho però scoperto che Sydney ha molto da invidiare a Melbourne in fatto di Sushi-Takeaway e Vegetarian-Friendly Shop.
Che altro dire, anche se non mi posso definire madre lingua inglese, devo ammettere che inizio a fare fatica quando scrivo in italiano, e che mi sono trovata svariate volte a dover cancellare parole accorgendomi solo dopo che erano in inglese. La mia politica di ghettizzazione degli altri intaliani in Australia ha dato i suoi frutti!
In più ho un altra fantastica notizia.. Gianma, che in questo momento si trova in Croazia con i suoi amici (van trip), ha comprato il biglietto per Sydney e sarà qui da me tra meno di un mese!
Intanto sto già iniziando a vedere gli appartamenti.. ma la mia zona preferita, vicino Crown Street & Surry Hills, che sarebbe un po' la versione di Sydney di BrikLane, sembra fottutamente expensive!
Ok, un'altra cosa che non vi ho detto è che ho trovato una fantastica lista di Van e mense per senzatetto.. tra cui anche un Van HareKrishna (vegetariano).. e che una sera, con una ragazza francese (molto simpatica, ma che per mia sfortuna ha lasciato la città..) sono andata in una di queste, non lontana da casa.. a rubare il cibo ai senza tetto. Quindi per finire il quadro della situazione possiamo dire.. di giorno fashion addict, di notte homless!




mercoledì 8 agosto 2012

Che dire.. come al solito qui le cose cambiano da un momento all’altro e non ci si capisce proprio niente. Iniziamo col fatto che questa settimana non ho più lavorato, i cantieri sono quasi tutti terminati ed è rimasto solo lavoro da “uomini”. Per lo più la mia supervisor, si dice si sia presentata a lavoro ubriaca e per questo sia stata licenziata.. e a questo punto le mie chance di tornare a lavorare precipitano miseramente. 
Certo è che non ho alcuna intenzione di cercare un nuovo lavoro qui a Brisbane. 
Anche se il mio piano di mettere da parte un po’ di soldi è miseramente fallito.. sento che è arrivato il momento di partire e di rimettermi in gioco.. questa volta però, puntando ad un ruolo nel mio campo!!! 
E intanto, facendomi guidare dall’impulso del momento, ho già prenotato il mio ostello a Sydney, sperando che la mia nuova, futura casa, possa essere all’altezza di quella precedente. 
A piccole dosi sto preparando i miei amici all’eventualità di una mia partenza ormai certa.. Sento già che questa volta sarà un addio pieno di lacrime. Sono tentata di infilare Alberto l’opossum domestico nella mia valigia e portarlo con me.

venerdì 3 agosto 2012

Potrei continuare raccontandovi che la mia vita è cambiata, che grazie al mio nuovo lavoro da stripper i miei problemi economici sono un ricordo lontano, che faccio un lavoro che mi piace e mi diverte un sacco.. 
Ma le cose non sono andate proprio così.. La verità è che adesso lavoro per Helena Cleaning Service. La stessa impresa di pulizie per cui lavorano Sean e Raimundo, i miei roommate. 
Ogni mattina ci svegliamo maledettamente presto, infiliamo le nostre casacche fluo e ci dirigiamo a lavoro. Un lavoro che consiste principalmente nell’aspirare, spolverare e grattare via tutto lo sporco che si trova in degli edifici appena fabbricati. Talvolta, quando si sta insieme, il lavoro non è male. Ma poi ci sono altre volte in cui devo lavorare da sola, per turni lunghissimi.. ed è uno schifo. Le mie giornate passano aspettando i venti minuti di pausa, in cui posso sedermi e godere il mio pranzo. Insomma non è il lavoro della mia vita. 
Ma devo ammettere che sono maledettamente brava. Tutto ciò che conosce il mio magico tocco diventa tanto scintillante, che potrebbe finire sulla copertina di un catalogo. Si, lo so, sono una maniaca compulsiva con l’ossessione dell’ essere elogiata: anche quando pulisco cessi, devo essere più brava degli altri nel farlo. Comunque la nota positiva è che questo mi porta a lavorare molto.. così in un mese spero di accumulare soldi a sufficienza.. e per l’inizio di settembre vorrei incontrarmi con Gimmi a Sidney ed iniziare il nuovo capitolo della mia avventura, più ricca e con il mio amore.

giovedì 26 luglio 2012

In cui rimanete con il fiato sospeso.


Me ne sto qui, sul divano, mangiando i biscotti davvero, ma davvero bruciati, di Rodrigo e rimproverandomi perché non sto più scrivendo.. In attesa del messaggio di Helena, che mi dirà dove dovrò lavorare domani.. 

Helena? Lavorare? …Riavvolgiamo il nastro!


<<…Ed è di nuovo il giorno del colloquio, Mi incontro con Laura di fronte al Club, lei torna da una lezione di Pole Dance in cui è stata con le altre girls. Due ragazze con abiti rossi alla Jessica Rabbit sono alla porta, a dispensare volantini ai pochi passanti. Nonostante il Club sia in pieno centro, la via è un po’ appartata e non c’è molto passaggio. 

Una volta entrata scambio due parole con le coordinatrici del club e con il direttore. Insomma, mi chiedono se sono disposta a fare un giorno di prova immediatamente, se mi interessa vedere come funziona il locale…>> 

Kristine propone una pausa spinello.. Ha in mano una canna già preparata. Sto scrivendo, non devo andare.. Ma Sean si alza, Raimundo lo segue.. Ed io non so dire di no. Scendo poco dopo di loro, non sono al solito posto. L’odore robusto di fumo, appena entro nel giardino. Mi accorgo che sono seduti in cerchio, sotto la scala. Prendo a sedere e Kristine inizia a sputare nel suo cappuccino. E cercare di ripescare lo sputo con una forchetta. Raimundo le chiede se può averne un sorso. Scoppiamo a ridere e mentre rido mi accorgo che ho già la mia canna in mano, grazie alla quale sto ridendo più di gusto. Riflettiamo sul fatto che se Kristine tornasse a lavorare per Helena saremo i personaggi perfetti per una nuova serie di Misfits. 
Torno su, rinizio a scrivere.. faccio fatica a mantenere il senso del discorso. Quando rileggo mi perdo.. Ok non dovevo fumare. E’ maledettamente più difficile scrivere adesso. 

<< mi chiedono se voglio vedere come funziona il locale. Ed io acconsento. Mi portano nello spogliatoio dove mi chiedono se sono disposta ad indossare uno di quei vestiti alla Jessica Rabbit, versione nera. Io acconsento, dopotutto non è tanto più nudo degli abiti che porto normalmente. Ha un largo spacco sulla coscia ed una profonda scollatura. Ma non mi dispiace. Lo indosso, mi sta bene e sono molto bella. Torno nella sala principale, dove altre ragazze, di tutte le forme e dimensioni, indossano il mio stesso abito e sono sparse in gruppetti a chiacchierare. Subito la mia guida mi viene a recuperare e mi porta in una stanzetta dove inizia a spiegarmi come funziona il lavoro della Dancer, mi legge le condizioni di lavoro e mi fa firmare alcune carte. Poi mi chiede di scegliere un nickname con cui farmi chiamare all’interno del Club. Dopo aver provato con Sara, Nelum ed Anna ripiego su Nancy, che alla fine viene accettato. Da quel momento sono per tutti Nancy. La mia tutor mi presenta un'altra ragazza. Insieme andiamo in un’altra stanza, più appartata, dove le due iniziano a farmi una lezione di Lap Dance.. con prove pratiche sul mio corpo. Io rimango un po’ impietrita. Anche perché la ragazza che cerca di salirmi a dosso e tre volte più pesante di me, quindi.. si, sono un po’ impietrita. 
Dopo la mia interessante quanto assurda lezioncina torniamo nella sala principale, dove sono iniziati ad entrare alcuni uomini, tutti over sessanta. Non mi avvicino a nessuno di loro, inizio a parlare con una brasiliana che è al suo secondo giorno. Gli chiedo se ha già sperimentato la Lap Dance e lei risponde che la sera prima ha incassato più di 300 dollari con 5 Lap Dance. Le chiedo che effetto le abbia fatto e lei risponde: strano. Poi si allontana per parlare con qualche cliente. La guardo mentre cammina un po’ sbilenca su tacchi troppo alti. Ha comunque il suo fascino. Vado dalla bar tender, molto antipatica e le chiedo un da bere. Torno a sedermi sorseggiando vino bianco. Le ragazze a turno salgono sul palco ballare. Il primo ballo vestite, il secondo in mutande, il terzo completamente nude. Dopo una mezza dozzina di ballerine, con il mio bicchiere ormai vuoto, e senza aver parlato con nessun viscido vecchio, torno dalla coordinatrice, comunicandole che non sono affatto interessata a fare la Dancer e se cortesemente può farmi sapere se c’è qualche altro tipo di lavoro disponibile. Lei mi dice di riconsegnare il mio vestito e che l’indomani mi darà notizie. 
Mi cambio, esco, controllo il cellulare. Decine di messaggi . E’ Laura che vuole sapere che fine ho fatto. Le comunico che sto bene e che tra poco sarò a casa. 
Quando arrivo lei è sul divano con Kristen. Le racconto come è andata la serata e lei mi spiega che è la prassi del locale. Chiedono a tutte se vogliono fare le Dancer. Mi suggerisce di aspettare il giorno dopo, che probabilmente mi faranno provare gli altri lavori. >>

E’ maledettamente tardi. Mi rendo conto solo ora, di aver avuto da Helena la conferma che domani dovrò lavorare. Non ho ancora preparato il mio pranzo.. ne la colazione.. Ok, devo proprio andare.. Domani sarà una giornata lunga. E la mia sveglia suonerà davvero molto presto.

lunedì 23 luglio 2012

In cui BlueTongue Backpackers diventa la mia casa.

Ogni weekend c’è un mercato diverso a South Bank. Questa domenica è il turno del Mercato delle Spezie. Andiamo io Raimundo e Kristen, ad ingozzarci con gli assaggi gratuiti, facendo un miscuglio di marmellate al chilly, vino, olii alle erbe.. e tanto altro ancora, mangiando senza alcun ordine preciso.. e finendo tragicamente con il mal di pancia.
E intanto trascorrono i giorni e si inizia a creare una naturale, quotidiana, routine.
L’ostello, che da ora in avanti chiamerò casa, perché di casa ha tutte le fondamenta.. si sta trasformando in un pacifico e confortevole nido. Ora che il palestrato ha tolto le tende, siamo rimasti in pochi intimi e affiatati.
Kristine è l’anima della festa. Usa sempre le pentole al posto dei bicchieri: sia quando beve Goon, che latte caldo, che zuppa di pomodoro, tutto rigorosamente con la cannuccia.. E a me ricorda tanto la protagonista di qualche serie televisiva alla Cougar Town.
Sean e Raimundo, sono i miei compagni di stanza, entrambi, al momento, lavorano per la stessa impresa di pulizie.
Raimundo è un tipo allegro e solare, che condivide volentieri le sue cose e il suo buon umore.
Sean è più riservato, di Manchester.. In qualche modo, molto, molto alla lontana, mi ricorda Edward Norton. Quando non lavora è sempre a giocare a carte in giardino, con una pipetta d’erba, mangiando pizza o pasta, stracolma di formaggio.
Io Raimundo e Kristine ci uniamo a lui a rotazione o a volte tutti insieme.. e spesso finisce che veniamo risucchiati nel vortice.
Con l’arrivo di Josè, l’ex ragazzo di Rodrigo, sento di aver ritrovato una parte di me. Siamo molto simili per carattere e stile di vita. Lui gira con libri di Osho nella borsa, come me è vegetariano, come me mangia solo organic food, come me ha un eccellente gusto in fatto di vestiti.. E come me combina casini a cui talvolta non può trovare una soluzione. Direi che Josè è la mia versione latina (from Chile).
Ora è via per qualche giorno nella Gold Coast, per dare a Rodrigo un po’ di spazio per riflettere, ma mi ha lasciato le sue chiavi così, quando ho voglia di dormire un po’ da sola, vado nella sua stanza.
Josè e Raimundo non sono gli unici a prendersi cura di me. Laure con l’arrivo del mio ciclo, ha passato quasi un’ora facendo Reiki (trasmettendo calore con le sue mani sul mio corpo, per cercare di farmi stare meglio). In più mi presta sempre i trucchi quando devo fare colloqui e talvolta mi offre anche il tea.
Laura invece si preoccupa della mia salute in maniera meno pragmatica, ma ugualmente apprezzata. Oggi mi accompagnerà a fare un colloquio nel suo club in cui, al momento, sono in cerca di promoter. In più si è anche offerta di prestarmi i soldi per le spese dentistiche, Io ovviamente non ho potuto accettare, ma sono felice che mi aiuti con il lavoro.
Il nostro amico Alberto l’Opossum, ha finalmente deciso di lasciare la cucina, dove è rimasto a dormire (e mangiare i miei avanzi) per qualche giorno. Sentiamo un po’ la sua mancanza.. non tanto José a cui ha trafugato gran parte della spesa.

giovedì 19 luglio 2012

..in cui vado a Brisbane.


L’ultimo porridge, l’ultimo scambio di sorrisi. Poi saluto i cagnolini, per ognuno ho qualche parola di addio. Ci incamminiamo per la lunga traversata della tenuta; saluto con lo sguardo la casa, i canguri e i cavalli, che nella notte sembrano essersi moltiplicati: ora ne conto altri cinque in liberta. E arriva il momento degli addii, di nuovo. 
Aspetto per qualche minuto il mio pullman da sola. Quando arriva ci sono solo altri due passeggeri costretti ad affrontare con me l’interminabile viaggio. 


Durante l’arco della giornata l’auto si continua a riempire, fino ad arrivare alla sera che non ci sono più posti vuoti a sedere. Alle undici del giorno dopo sono finalmente a Brisbane. 
Non ho subito una buona impressione, perché il viaggio di ventidue ore, dopo una cavalcata che ha reso decisamente doloroso il mio fondoschiena, con di fianco l’ennesima cicciona che rende impossibile ogni movimento (è evidente che c’è qualche problema di obesità qui in Australia).. Dicevo il viaggio mi ha sfiancata e resa più vulnerabile. In più ho deciso di arrivare fino in ostello a piedi.. ma solo quando inizio a percorrere la strada capisco di non aver avuto una grande idea, perchè la mia valigia è veramente pesante e ci sono molte strade in salita.
Comunque riesco a trascinarmi fino all’ostello, madida di sudore e con ancora la puzza dell’Out Back indosso. Mi faccio aiutare dal proprietario, neozelandese, a salire la valigia. Non posso affrontare la scalinata in queste condizioni. Dopo le prime parole con lui e la sua compagna francese, capisco subito che la cortesia non è di casa da queste parti. Cerco di fare ironia sui miei denti rotti, chiedendo se hanno qualche lavoretto da fare in ostello, perchè devo risparmiare per le spese dentistiche.. ma mi trovo davanti due pezzi di pietra senza vita.
Ok, entro in camera, c’è un tipo grosso e palestrato che alza subito la voce perché non chiudo immediatamente la porta. Davvero non ho una bella impressione! Provo a raccontargli la mia storia, ma non mi guarda nemmeno in faccia e non posso mostrargli i miei denti rotti. Ok un altro coinquilino odioso. La storia si ripete. 
Faccio una rapida doccia e butto i panni sporchi in lavatrice (che qui costa 3 dollari, comprensivi di asciugatrice). Poi esco. 


Sono in una strada tranquilla, ma in cinque minuti a piedi arrivo a Fortitude Valley e China Town, che tra le poche informazioni che a fatica sono riuscita ad estorcere alla gelida proprietaria dell’ostello, sembra essere un posto molto cheap per mangiare qualcosa. A me sembrano i soliti prezzi.. ma comunque il posto è carino. 
Quando torno in ostello la sala comune si è riempita e piano piano inizio a fare conoscenza. Conosco Cristine, una ragazza canadese, che passa molto tempo a commentare trasmissioni televisive; Laura e Laure, due ragazze francesi, che sono simpatiche e gentili; Alex, che sarebbe il ragazzo di una di loro; Steven, che è australiano, di Perth e mi racconta tutta la sua vita, Rodrigo, un ragazzo del chile, che fa il massaggiatore ed è vegetariano. E alla fine conosco anche Raimundo, il mio secondo compagno di stanza, anche lui del Chile e molto più alla mano del tipo tutto muscoli. 
Mi piace la vita nell’ostello, anche se sono amareggiata dalla mancanza di wifii.. Ho ricominciato a cucinare succulenti prelibatezze ogni giorno e a vestirmi in maniera carina. Brisbane ha davvero un clima fantastico ed ora posso sfoggiare tutti quei vestiti che a Melbourne ero costretta a tenere chiusi in valigia. Sento di aver bisogno di calma e stabilità. Di crearmi una piccola routine quotidiana e Brisbane sembra proprio il posto giusto per questo. Ogni giorno scopro una piccola parte della città e mi avventuro un po’ più lontano, scoprendo il City Botanic Garden, la City, South Bank con le sue iguana nei giardini.. 
Inizio a pensare ad un modo per fare soldi in fretta, in ostello Laura, la ragazza francese che lavora in un Night Club, mi consiglia di cercare lavoro come waitress. Le paghe sono ottime e anche con pochi turni a settimana riesci a mettere da parte un bel po’ di soldi. Mi suggerisce un Club, in cui lavorava una sua amica, che ha lasciato di recente la città. Io scrivo una mail, dicendo che sono interessata a lavorare come cameriera e dopo pochi minuti ricevo già la mail di risposta, che dice di presentarmi lì, alle cinque di mercoledì.. E sento già il profumo dei soldi! 
Alla fine mercoledì arriva ed io mi presento. Sono molto agitata quando entro nel locale, dove sono accolta da due ragazze platinate, in topless con delle tette di silicone giganti e decisamente poco realistiche, che subito mi comunicano che stanno cercando solo stripper.. Ok, saluto e me ne vado.. E questo è tutto. Ed ad ogni passo in cui mi allontano da quello squallido posto mi sento un po’ più sollevata. 

Anche se non ho un lavoro trovo un risvolto positivo. Sono sempre portata a pensare che la cosa spiacevole che mi è successa ora sarà indispensabile per far accadere qualcosa di positivo in futuro. E quando anche quel qualcosa è brutto, io aspetto in silenzio. Convinta che domani succederà, finalmente succederà, quello che deve accadere. Dopotutto non è tutto perduto.. 
Anche perché tornando a casa vengo fermata da un ragazzo davvero, davvero carino.. che fa parte di una qualche associazione che cerca adepti per importunare la gente per strada. Io ci parlo cercando di resistere ai suoi ipnotici occhi verdi..ha davvero uno sguardo profondo. Alla fine mi spiega come fare per fissare un colloquio. Io cerco di congedarlo, più in fretta possibile, anche se il tempo va a rallentatore. E lui mi dice che mi lascia andare via solo se gli do un bacio. Ok questo è davvero troppo. Si avvicina per baciarmi, io gli porgo la mia guancia, salutandolo con i due baci all’italiana.. e mi allontano più in fretta che posso.. e questa volta non posso dirmi davvero sollevata.

venerdì 13 luglio 2012

In cui.... Out Back

8 LUGLIO.
Non parlerò della mia ultima giornata a Townsville ne del mio viaggio per arrivare a Julia Creek. Perché in questo momento sono qui e ora, senza telefono, senza internet, senza nessuno..
Scendo dall’autobus ed un signore, vecchio, con degli occhi azzurri come il ghiaccio ed una barba da Amish sta lì che scruta l’unica altra ragazza che è scesa nella mia stessa fermata.
Mi avvicino e mi presento. Sono chi stava cercando.
Scambiamo alcune parole, poi monto sul suo furgone. Altre poche parole in macchina da cui vengo a sapere che vive solo. Ok.. no panic.
Iniziamo la lunga strada verso la tenuta Delacourt, a 60km da Julia Creek.
Davanti a noi una distesa infinita di arido prato, sulla strada carcasse di canguro. Inizio a pensare che J. sia un assassino di canguri.. Comincio a studiarlo, è taciturno e di poche parole.
I miei pensieri sono tutti tipo: Avrei scampo contro di lui? Potrei ucciderlo io per prima, cogliendolo di sorpresa.. ma così senza un movente?! Spero mia madre avrà indietro i pezzi.
Lui mi dice che in qualche giorno arriverà anche una ragazza tedesca... Io ci spero.
Dopo kilometri di strada arriviamo ad attraversare la tenuta. Decine di canguri iniziano a saltellare via, spaventati dal rumoroso mezzo. Il panorama è fantastico, lo ammetto. Strani uccelli di tutte le dimensioni prendono il volo al nostro passaggio.
Arriviamo alla farm e J. scende a slegare un dolce cagnolino marrone, tutto scodinzolii e feste. Ok, sembra "buono" con gli animali..
Entriamo in casa, è una baracca. Mi ricorda un po’ per l’odore (di naftalina) la casa dei nonni di Gianmaria, versione Safari. C’è polvere ovunque, ragnatele inquietanti ricoprono le pareti, ci sono ragni di ogni tipo, certi davvero grandi e impressionanti.
J. mi fa vedere il mio letto, in una grande stanza con pelli di mucca sul pavimento, enormi finestre barricate da persiane, e tre grandi portali chiusi da tendaggi (le porte di vetro sono lasciate aperte).
Arriva in cucina e prende un grande atlante, inizia a cercare l’Italia e vuole che gli mostri da dove vengo.
E’ gentile, ma mi fa comunque paura.
Oddio.. è c’è davvero una di quelle musiche che Tarantino sceglierebbe durante l’omicidio più splatter.
Entro in bagno, non l’ho fatta per tutto il viaggio di otto ore.. C’è un odore pungente, credo che l’acqua dello scarico venga riciclata, perché anche dopo aver pulito con il disinfettante e scaricato, l’odore rimane.
Mentre disfo le mie cose mi accorgo che il mio telefono non prende, questo non l’avevo davvero calcolato. E mi manda fottutamente nel panico.
Gli chiedo se mi fa mandare una mail a mia madre. Lui bofonchia qualcosa, dopo pochi minuti mi dice che esce.
Io sono qui.. Non mi sono mai sentita così sola e così lontana come adesso, senza internet e senza rete telefonica. Sto per avere una crisi di panico. Il nulla non mi spaventa, il lavoro duro non mi spaventa, ma non posso davvero stare senza sentire Gianma, mia madre..
Dopo un oretta J. torna e prepara la cena, io gli chiedo nuovamente di poter inviare una mail, mi fa capire che la connessione è molto costosa qui, e che quindi sarà solo per questa volta.
Ok, la mail.. entro su facebook, è più veloce, ci impiego meno a trovare il destinatario.
Scrivo la stessa mail a Gianmaria e alla mamma. Gli scrivo che gli amo, che non ho possibilità di usare il telefono, che J. non sembra volermi uccidere, ma che sono qui sola con lui. Gli scrivo che tra qualche giorno dovrebbe arrivare una ragazza tedesca.
Poi disconnetto, spengo il computer.
A cena qualche altro tentativo di conversazione. Davanti a noi un piatto di verdura al vapore, un pezzo di zucca, uno di patata, un pezzo di broccolo ed una carota.. e due grosse salsicce.
Proprio non mi passa nella mente di dire che sono vegetariana. Inizio mangiando le verdure, sono gustose, anche se senza condimento; ce ne sono svariati sul tavolo, ma non mi arrischio a provarli, giusto una spolveratina di pepe. Piano piano mi faccio coraggio ed assaggio le salsicce. Non sono schifose come quelle scozzesi. Consumo il mio pasto, lavo i piatti e mi ritiro in camera.
Prendo sonno velocemente, nonostante la radio molto alta, che è davvero fastidiosa; ma i miei sogni sono abbastanza inquietant. Mi sveglio svariate volte nella notte, di J. non c’è traccia. Quando riprendo sonno i miei sogni sono più tranquilli.

9 LUGLIO.
Mi alzo poco prima del suono della sveglia. Quando J. accende la luce e va in cuicina, capisco che è il momento di iniziare a prepararmi.
Rimetto gli stessi vestiti del giorno prima. So che ci sarà da sporcarsi oggi.
Vado in bagno e vedo dalla finestra tre cavalli che si dirigono pacatamente verso casa. Sono lasciati liberi nel Ranch, ma ogni mattina ritornano a casa. La loro apparizione mi fa sorridere.
Mi dirigo in cucina dove do il buon giorno a J. Facciamo colazione con del tea e del porridge. Ci metto un po’ di  cannella per insaporirlo. Ne prendo solo mezza tazza, J. si riversa i miei avanzi.
Al mattino ha un viso ancora più inquietante, un po’ rosso ed è ancora più taciturno.
Dopo colazione lo seguo fuori, conduce i cavalli in un recinto. Proprio davanti il recinto il mio telefono squilla, come se avessi ricevuto un messaggio di What’s up! Mi affretto a prenderlo. Segna una tacca, provo a scrivere velocemente a Gianmaria, ma il segnale sparisce di nuovo. Ok, ci avevo sperato. Cerco il messaggio ricevuto ma niente. Ok sto diventando pazza.
J. inizia a spalare sterco di cavallo. Io mi affretto a prendere il suo posto, all’inizio è faticoso, ma poi capisco il meccanismo e ci prendo la mano.
I tre cavalli sono lì di fronte a me che fanno colazione. Passo una mezz’ora a pulire tutto per bene, poi J. torna su un trattore, con dei rettangoli di fieno da impilare, ne prendo uno e lo seguo. E’ abbastanza pesante, ma non batte la mia valigia. Continuiamo così con una mezza dozzina. Poi lo raggiungo mentre rifornisce il trattore e ne impiliamo un altro po’.
Fatto ciò è l’ora di pulire i cavalli. J. prende degli insoliti attrezzi che non ho mai visto prima e mi affida il cappio del primo cavallo. Gli afferra le zampe, una alla volta e inizia ad accorciargli gli zoccoli. Questo non l’avevo mai visto fare. Penso che lo stia preparando per me, perché non viene montato da un po’. Poi mi passa una striglia ed io inizio a spazzolarlo. E’ davvero polveroso. Non posso pulirlo del tutto, perché dovrebbe prima essere lavato. Ma è comunque abbastanza pulito per essere un cavallo che vive in natura.
J. mi comunica che dovrebbe piovere, quindi cavalcheremo domani. Mi porta in macchina un po’ per la tenuta, deve sistemare il recinto che accoglierà gli animali. Io più che altro lo seguo e catturo con gli occhi.
Poi rientriamo a casa, per oggi non c’è più niente da fare. E sono solo le dieci di mattina.
Decisamente non mi sono guadagnata la pagnotta.
Gli chiedo dove posso trovare una scopa. Lui me la prende ed inizio a spazzare la camera da cima a fondo, quando ho finito passo all’ingresso (che J. chiama veranda). Poi è il momento dell’aspirapolvere. J. intanto prende dei secchi e inizia a pulire le pareti della stanza che sta tra la mia camera e la cucina. E’ un duro e lungo lavoro, ci mette sudore e fatica.
Io intanto aspiro tutte le ragnatele che posso, sono davvero tante e la stanza è enorme. Cerco di salvare la vita a tutti i ragni che non finiscono accidentalmente nel tubo della mia aspirapolvere. So che più tardi me ne pentirò, ma proprio non ho il cuore di ucciderli, scappano via, sono animali saggi. 
Mentre pulisco tutto per bene immagino di parlare con la ragazza tedesca, le dico che deve ringraziarmi, che solo pochi giorni prima non avrebbe messo piede nella stanza. In realtà ho anche paura che scappi via, quindi voglio renderle tutto il più piacevole possibile, ho assoluto bisogno che lei resti con me. E’ già la mia migliore amica. Le dico: -Tu sei la mia migliore amica, da ora in poi io sono tutto per te e tu sei tutto per me. Dobbiamo esserci l’una per l’altra.
Continuo il mio meccanico lavoro. La fatica si sente ed è tanta, non mi fermo, dopo l’aspirapolvere passo a pulire i muri , le porte e le serrande con delle pezze di pelo di pecora, che ogni tanto immergo in secchi d’acqua insaponata. I miei pensieri ora vanno a Gim, vanno a NY. Ogni tanto sento di non farcela, voglio che Gim vada a NY e raggiungerlo appena mi sarò rifatta della somma spesa fin ora. Poi mi chiedo se sarebbe meglio se ci rincontrassimo a Sidney.
Ogni tanto lo rimprovero per non essere venuto con me. Questo sarebbe il paradiso se potessi viverlo con lui. Poi invece mi chiedo se stia venendo a salvarmi.. Se stia comprando un biglietto aereo e presto sarà in viaggio verso l’Australia.
Mentre riordino trovo dei pantaloni da equitazione della mia taglia, ci sono in giro anche altre cianfrusaglie lasciate da altri ragazzi. Chiedo a J. se li posso prendere e se posso prendere uno di quei cappelli da CowBoy impolverati che si trovano sull’armadio. Mi dice che sono troppo caldi. Me ne da uno traforato. Mi porge anche altri pantaloni, marroni, taglia 40, ma mi fa vedere che sono lacerati tra le gambe. Gli dico che posso aggiustarli. Mi da ago e filo e li sistemo. Mi viene da piangere in cucina, senza poter sentire Gim, ogni tanto ho momenti di sconforto durante il giorno. Finito il rammendo lavo entrambi i pantaloni. Li stendo. Poi mi riposo un attimo. Guardo l’oroliogio: le tre passate.. Questo significa che sono passate le prime 24 ore.. Ora moltiplica per 30.. o per 88.
Torno alle mie faccende. Dopo aver finito con la mia stanza, passo alla veranda, e alla stanza relax di J.
Prima pulisco tutto con la pezza umida, ma vedo che è inutile. Perché c’è davvero troppa polvere. Quindi poi passo circa un’ora cercando di levare via le ragnatele con l’aspirapolvere. Quando incrocio lo sguardo di J. mi fa segno di smettere (indicando una gola decapitata), guardo l’orologio, sono le cinque e mezza. Ok nove ore di lavoro possono bastare. Non ho pranzato, ho mangiato solo un arancio e bevuto una tazza di tea.
Esco senza dire niente. Vado verso il laghetto. Mi sdraio su di un galleggiante, sembra fatto proprio per ricevere il mio corpo. Sopra di me cielo e nuvole. Il grande albero pieno di uccelli cinguettanti, l’acqua che mi culla, i cavalli che brucano nel prato. E’ tutto quello che mi serve. Penso a Gim e mi dispiace non possa sentirmi. Non può sentirmi. Non sta leggendo la quarta via, ne tantomeno si è mai sognato di fare meditazione. No non può sentirmi. Ma sono felice di aver qualcuno a cui dedicare i miei pensieri.
Ogni tanto qualcosa zampilla nell’acqua, ma non sono davvero in grado di capire di cosa si tratta.
Faccio un largo giro intorno alla casa, è il tramonto, scatto qualche foto.
Ed è di nuovo cena, la stessa della sera prima. La cosa non mi dispiace perché l’ho gradita, o meglio: ho più paura dell’ignoto..
Tento di fare conversazione . Indico le cartoline nella credenza, chiedo a J. se sono da parte di altri come me. Annuisce.
Qualche domanda sulle pecore V: -Le uccidi qui o le vendi vive? J:-Le vendo vive. V:-A quanti anni vengono vendute? J:-Attorno ai 6 anni. V:-Però fanno una bella vita.. In Italia non c’è tutto questo spazio..
J:-Parli qualche altra lingua oltre la tua? V:-No e tu? J:-No.
Ridacchia. E il nostro pasto è finito. Inizio a lavare i piatti, Mentre lui asciuga gli dico che il mio inglese è migliore quando non sono così stanca.. e quando bevo caffè.
Gli do la buona notte e mi ritiro in camera.
Scrivo un po’, sto meglio quando scrivo. C’è un odore davvero pungente, non so se sta piovendo. E’ lo stesso odore che c’è in bagno. Che sia l’acqua piovana ad emanare questo odore? Mi avvicino alla finestra e l’odore si fa molto più pungente. Si sta piovendo. E tanto. Man mano aumenta di intensità.
E’ ora di andare a dormire. Questa giornata è stata lunghissima. Sono stanca. Ci sono dei moementi, quando sono stanca, che sto bene. Stancarmi è tutto quello che posso fare, per poter dormire e sognare.
Riuscirò ad eliminare i pensieri negativi, riuscirò ad arrivare alle emozioni pure. Nient’altro che io e le mie emozioni.

10 LUGLIO.
La mattina inizia con la solita routine. Sveglia, porridge, seguo J. mentre da da mangiare ai cavalli. Indosso le mie galosce leopardate, perché il terreno è fottutamente argilloso, e ci si affonda dentro. Infatti quando piove non è possibile guidare.
Rientrati J. inizia a dipingere la stanza che aveva pulito il giorno prima. Mi da un pennello e mi spiega come coprire dei buchi nel muro con la vernice bianca. Sto due ore ad aiutarlo, ma non gli piace il mio metodo. Quindi mi sbologna.
Sono solo le dieci e devo fare qualcosa. Passo qualche ora a deragnizzare la cucina e le sue spezie accumulate da una vita. Non butto niente, cerco di rimettere tutto al proprio posto.
La mattina passa lenta, tra le faccende domestiche.. così come il primo pomeriggio.
Sono le tre e mezza quando esco a farmi un giro. Tutto quello che arrivano a vedere i miei occhi, in ogni direzione, è proprietà di Delacourt.
Credo che la mia macchina fotografica sia rotta, provo a fare qualche scatto, ma si continua a spegnere.. Questo mi lascia del tutto indifferente. Forse c’è un motivo se mi trovo in questo posto incontaminato.
Guardo i cagnolini. Si scambiano un mare di amore. Sono cinque, quattro cuccioli di sei mesi e la mamma. J. gli slega a turno. Loro si baciano e si salutano. A volte litigano. Il loro passatempo preferito è spaventare i cavalli.
Faccio una passeggiata. Il terreno bagnato rende lenti i movimenti. Arrivo ad uno dei cancelli, da cui riesco a vedere le mucche in lontananza. Inizia a pioviccicare e mi affretto a tornare a casa. Cambio i pantaloni infangati e mi siedo sul patio. I corvi sembrano bambini che piangono, talvolta streghe che ridono.
Non c’è un istante di silenzio.
Ci sono degli strani uccelli grigi con la cresta che prendono il volo uno dopo l’altro e quando sbattono le ali fanno uno strano cinguettio.
Da quello che ho capito le cose qui funzionano così: quando ci sono dipendenti, circa tre volte l’anno, si raduna il bestiame, si conduce fino a dei recinti, si marchia e poi qualcuno viene a prendere il bestiame che va venduto. Il resto torna nuovamente in libertà.
Mentre faccio di queste riflessioni J. riceve una chiamata di Rosie, ma è fuori e risponde la segreteria.
Mi porge un post-it con il numero di Rosie e mi dice di richiamarla.
Il mio primo contatto umano, oltre J., dopo giorni. Ovviamente e mia madre che le ha chiesto di chiamarmi, la rassicuro e le spiego un po’ come vanno i miei giorni. Sono felice di sentirla, perché sono felice di far sapere a mia madre che sto bene. E’ una grossa preoccupazione che ho il piacere di levarmi.
Dopo la chiamata me ne sto lì a riflettere sul patio, guardando il tramonto ancora un po’, fino a quando non è il momento di cenare.
Zuppa, di legumi e cereali, e tanta carne, che sono bene attenta a non pescare col mestolo.
La cena passa silenziosa e un po’ frustrante, J. se ne sta zitto a fissare le spezie. Quando finisco di lavare i piatti torna con dei documenti da compilare. Sono stata approvata. Ed assunta ufficialmente.
Improvvisamente perdo il senso di inadeguatezza che mi aveva portato questa giornata di pioggia.

11 LUGLIO.
Questa mattina è tutto più armonico. Tutto sembra avere il proprio ritmo. Chiedo a J. se posso aiutarlo a dipingere, ma consapevole della risposta negativa. Inaspettatamente però mi sta già bollendo le spugne per pulire il frigorifero. Questo mi rende felice, mi fa capire che sta apprezzando il mio darmi da fare.
Finito il frigorifero, in cui non c’erano poi tanti insetti stecchiti, ma delle dubbie chiazze di sangue.. passo a pulire la credenza in cui ci sono tazze e bicchieri che usiamo tutti i giorni. Li lavo tutti, tolgo le ragnatele, insomma faccio del mio meglio.
Durante la mattina sia io che J. facciamo tante pause spuntino, caffè, tea.
Bene o male tutte le cose in uso sono state pulite in cucina, quindi passo al bagno.. Qui tutti i saponi sono in quantità industriale e si aprono con rischiose manovelle.. rischiose nelle mie mani.. infatti faccio per chiudere quella con il sapone verde, ma non ci riesco.. e ne verso una quantità industriale. Mi sento decisamente in colpa e cerco di far sparire le prove.. Arrivo per fino a ripulire vecchie galosce di altri backpackers.
Quando incrocio J. vedo che ha iniziato a pulire le pareti della sua stanza relax. E’ sulla scala quindi mi chiede di sciacquargli una canottiera bianca, ogni volta che è necessario. Io resto nella stanza, perché c’è molto da fare per entrambi. Mentre lui si occupa delle pareti, che mano a mano tornano ad essere color verdemare, io pulisco i libri di tutte le librerie, elimino gli insetti morti e le ragnatele. Trovo anche un teschio di geco in una libreria. Quello decido di tenerlo. La musica detta il ritmo dei movimenti, pulisco sei libri, risciacquo il panno. Così fino a che le pareti sono tutte pulite e io ho rinfilato ogni libro nei propri scaffali.
J. si cambia e mi dice che fa un giro per la proprietà. Penso per testare il terreno, supponendo che sia ancora bagnato, non so.. ha detto testare ma non so bene cosa.
Usciamo e mi coglie un fiorellino viola. Sorridiamo., lo apprezzo molto.
Lega il cagnetto più scuro (che ha notevoli favoritismi.. devo ammettere che è il più carino, poi ogni volta che viene slegato per prima cosa corre a salutarmi..) e ne slega altri due.
Solo uno però monta in macchina con la madre e ci accompagna nel nostro giro. Questi canetti sono fottutamente agili e grintosi, anche se magrolini. Siamo tutte un po’ denutrite noi bestie di J. (la mia magrezza però non è una sua colpa).
Non mi ero ancora resa conto di quanto fosse infinito l’infinito Ranch Delacourt fino ad ora. Viviamo una vera e propria puntata di National Geographic dal vivo. Tra emù, canguri, fenicotteri, falchi, pecore e naturalmente migliaia di mucche.. vengo finalmente a conoscenza di quanto duro sarà il lavoro che mi attende. Di quanto tre mesi di equitazione dieci anni fa, non possano avermi preparato adeguatamente a tutto questo (sono un po’ ansiosa della reazione di J. di fronte alla mia incompetenza). E nonostante tutto questo.. a quanto non vedo l’ora di montare su quel fottuto cavallo e vivere da Cow Boy.
Oltre a questo scopro davvero quanto siano stupide mucche e canguri.. ora capisco perché ci sono così tanti canguri stecchiti per la strada che porta alla tenuta.. Quando passi con la macchina loro si buttano semplicemente sotto le ruote per scappare (per fortuna J. è abile e non ne uccide nessuno).. C’è un motivo per cui gli erbivori sono gli ultimi nella scala gerarchica..
Questi ragionamenti non mi rendono comunque meno vegetariana.. sono ancora fermamente convinta di tornare a non mangiare carne una volta uscita dall’Isola.
Sta sera è finalmente il mio turno di cucinare. E pasta sia. Al sugo. Non ho altra scelta, sono italiana e quindi mi tocca cucinare la pasta al sugo. Ed io cerco di farla al meglio, anche se ho un sugo inglese in scatola, di quelli con basilico e origano, che non hanno bisogno di essere cucinati più di 5 minuti.
Inizio facendo soffriggere un pezzo di carota e mezza cipolla tritate, insieme ad uno spicchio d’aglio, a fuoco basso, per un quarto d’ora abbondante, poi aggiungo un dado di burro, il barattolo magico di tomato, e più o meno 100 ml di latte, per addolcire ulteriormente.
Cuocio per altri 6,7 minuti. Poi spengo ed aspetto che bolla l’acqua.
Spaghhetti. Sarà.. proviamo.. Il risultato non è male, si avvicina abbastanza ad una pasta al sugo e sono riuscita a camuffare il sapore del sugo precotto. Il responso di J. è “Very Good!”.
E poi, all’improvviso, succede il miracolo. Il mio telefono, che avevo usato come timer per la pasta, lì, vicino al fornello, inizia a strombettare. Il suono di decine di messaggi tutti insieme.
E nel momento in cui provo a scrivere “amore tutto bene, sono viva!”.. semplicemente, con il 38% di batteria.. insomma, abbastanza carico.. si spegne. Quindi mi è sempre più chiaro che è assolutamente il destino a non volermi fare avere contatti con il resto del mondo.
E così sia.

12 LUGLIO.
Fino ad arrivare al giorno in cui un cazzo di toro mi spacca i denti.. Ma partiamo dall’inizio.
Mi alzo prima del suono della sveglia e alle sette stiamo già mangiando il nostro porridge.
Dopo un breve giro in macchina torniamo a casa e J. inizia a strigliare il suo cavallo, io faccio lo stesso col mio.
Li selliamo e J. li fa salire sul furgone (sul trasportino.. come si chiama quello per i cavalli e non per gatti?)
Io entro a cambiare i pantaloni, sono uscita con quelli da lavoro, ma ho bisogno di indossare quelli per cavalcare.
Ok, non ci fermiamo lontano, e montiamo i nostri cavalli. Ci salgo su facilmente, senza bisogno di aiuto (il mio cavallo non è altissimo). L’inizio è un po’ titubante. Il cavallo ed io abbiamo bisogno di conoscerci l’un l’altra. Quando cerco di assestare la presa con le gambe lui parte al galoppo ed io non sono affatto preparata per questo.
J. mi fa mettere davanti, a condurre la mandria. Quando capisco come fare per non far partire il mio cavallo come un pazzo, tutto fila liscio.. eccetto quando i cagnetti abbaiano senza motivo e fanno correre le mucche.
Vediamo un po’ di canguri. Il sole è pungente, ma per l’ Out Back non è una giornata così calda.
Alla fine conduciamo la mandria in un recinto. La fatica è tanta, ma mi aspettavo che l’entusiasmo fosse maggiore, invece non mi sento poi al settimo cielo.
Torniamo a casa e mangio dei toast col formaggio, sono stanca ed ho fame.
Dopo non molto J. prende degli strani aggeggi bianchi, che capisco subito essere percing per le mucche. Ok, andiamo a forare qualche lobo!
Io ho tolto il Cap ed ora indosso il cappello da Cow Boy che mi ha dato J., con la camicia con le scene di caccia inglese, la mia preferita.
Prendiamo il furgoncino e si parte.
Il lavoro è più o meno questo. Si conducono le mucche in un tunnel, diviso da vari cancelletti per separare le mucche, il primo dei quali ha un’apertura che va chiusa velocemente attorno alla testa della mucca, cosicché quella stia più ferma possibile, mentre gli viene forato l’orecchio.
Ok, il lavoro è monotono, si devono semplicemente condurre queste stupide bistecche nel tunnel, ancora e ancora.. Qualcuna oppone resistenza, ma se un cagnolino riesce a spaventarle, non credo sia poi un dramma. Non provo molta pena perché io ho forato, inciso e tatuato il mio corpo davvero tante volte.. però capisco il loro spavento..
Non è passato molto, quando mi trovo ad avere a che fare con un’altra mucca rompiscatole che non vuole entrare nel tunnel. E’ l’ultima della fila, io mi avvicino per farla proseguire, spingendo il cancello dietro di lei, cosicché sia costretta ad avanzare.. E quella bastarda, grande figlia di puttana, scalcia con tutta la sua forza il cancello contro la mia faccia. Mi fa partire tre denti.. gli incisivi, è naturale! Mi ritrovo a terra incredula e disorientata. Inizio ad elencare tutte le parolacce che mi vengono in mente, mentre mi allontano, con la mano davanti alla bocca.. le gengive sanguinanti.. Ed ho l’aspetto di un vero Cow Boy.
Ok ora però sono davvero spaventata, me ne sto lì seduta nel furgoncino, guardandomi allo specchio, sputando sangue e chiedendomi “perché, perché anche questa!”. Dopo un quarto d’ora torno a fare il mio lavoro di apertura e chiusura dei cancelli. Questa volta mi tengo a distanza ed il mio rendimento ne risente. Capisco di non poter fare questo un’altra volta. Non voglio fare questo un’altra volta. Ovviamente in tutto ciò mi accorgo anche che quella è una fottuta mandria di tori e non di mucche, non c’è nemmeno una cazzo di mucca. Bene.. saperlo prima magari sarei stata più prudente. Un cazzo di toro mi ha sbattuto un cancello in faccia e per me con questo ho chiuso.
I miei cazzo di denti mi costeranno parecchio. Mi ritrovo qui, squattrinata, costretta a lasciare il lavoro, senza nessun risarcimento.. senza denti, con la macchina fotografica di merda rotta, attonita e senza parole.. ma costretta a fare due più due. Devo fottutamente andarmene di qui.
Torniamo a casa, dalla violenza con cui sbatto le porte alle mie spalle capisco di essere molto incazzata. Mi faccio una cazzo di doccia, poi mi sdraio sul letto. Non ho soluzioni.
J. mi chiama, mi dice “Andiamo, selliamo i cavalli”, io gli rispondo.. “Mi dispiace non posso fare niente.”
Lui risponde “All Right!”.
Quando rientra gli comunico che non posso più restare. La mia voce trema. Lui è dispiaciuto. Ci abbracciamo. Un lungo e sentito abbraccio, in cui ci trasmettiamo stima reciproca. Mi dice che sono una brava ragazza.
Domani partirò con l’auto per Brisbane. Pronta al peggio, perché al peggio non c’è mai fine.. (purtroppo al peggio non si è mai veramente pronti)....

Sto meglio, mi sono calmata ed in qualche modo mi trovo anche sexy con i denti rotti, forse perché ho le labbra gonfie.. Comunque non posso rimanere in questo stato, più che altro perché non posso masticare, con gli incisivi spezzati e senza un molare, c’è davvero poco da fare..
Lascio dei post-it alla nuova ragazza, sperò che li apprezzerà e che l'aiuteranno a superare lo shock iniziale. Poi vado a letto.