venerdì 29 giugno 2012

Come Quando Fuori Piove

La mia giornata inizia con il fantastico messaggio: Your Browse Plus Pack balance is now ZERO (ho già finito il mio credito internet in 4 giorni).. e finisce con il telefono bloccato.What a fuck!
Nel mezzo ricevo la carta di credito, vado dal medicare che mi da un application form da compilare, di cui non capisco molto.. Faccio il bucato (6 dollari..ma che davvero??).. e compro delle scarpe da battaglia, a Chapel St. meno maleodoranti delle precedenti..
La sera "Goon" vine (è il modo Aussie di chiamare il vino economico nei box di cartone) con i francesi.. un po' brilla vado a dormire, il mio telefono è scarico e si spegne. Sbaglio due volte il PIN.. il resto lo sapete.






giovedì 28 giugno 2012

Il sesto giorno. In cui si fanno piani per il futuro.

Mi fa male la gamba. Credo di aver maturato una dipendenza da connettivina (in realtà ho semplicemente camminato troppo). Oggi decido di prendermela con comodo. 
A colazione nessuno con cui parlare, questo mi rattrista. 
Faccio un breve giro a Chapel St. entrando in qualche Charity shop, qui però si chiamano diversamente. 
In realtà sono uscita solo per comprare il detersivo. Lo compro, insieme ad un blocchetto per prendere appunti ed una bic.
Dopo pranzo mi incontro con Rosie, ovviamente sbaglio treno e la faccio aspettare 20 min. Ci riconosciamo subito, anche se è molto diversa da come me l'aspettavo. Più giovane e più carina. Entriamo in un piccolo bar, caldo e accogliente, dove mi offre un espresso. Ci sediamo ed entriamo subito nel fitto della conversazione. Mi aiuta a fare un piano d'azione, a canalizzare i miei obiettivi. Mi dice che ho assoluto bisogno di una lettera di presentazione (mi aiuterà a tradurla). Mi suggerisce di cominciare dal top delle mie aspirazioni e mano a mano scendere. Stiliamo liste, facciamo progetti. Prima che me ne renda conto non c'è più nessuno e la proprietaria sta pulendo il locale. 
Rosie si scusa con lei e questa le attacca un pippone sul fatto che ci ha sentite parlare in italiano, ha capito alcune parole, ma nessuna uscita dalla mia bocca per via del mio accento. Non sapevo di avere un accento. Scambia ancora qualche parola con Rosie, da cui viene a sapere che ho intenzione di lavorare nelle farm. A quel punto inorridisce.. tipo da segno della croce ed estrema unzione. E' seriamente preoccupata, mi fa vedere un quadretto di dubbia natura artistica, fatto da un'italiana che è dovuta espatriare perchè non è stata pagata. Dopo questi inquietanti attimi Rosie mi accompagna a prendere il treno. Ci salutiamo.
Una doccia mi resuscita un po', ne ho scoperta una più accogliente vicino la cucina.. scambio qualche parola con la coinquilina, quella che non finge che io sia un fantasma. Mi dice che ha lavorato in una farm a 2 ore da Melbourne, salario 20 dollari l'ora più rinnovo del visto. Mi faccio dare immediatamente il numero. Domani li chiamerò.
Oggi la hall è super trafficata, c'è anche il mio compagno di colazioni. Parliamo un po', decidiamo di prenotare insieme un One Day Tour per il Great Ocean Road, ci andremo questo week-end.

mercoledì 27 giugno 2012

Just another day

Mi sveglio stanca. Dalla sera prima so che la compagna di stanza più fastidiosa sarebbe partita l’indomani per Sidney. Una stronza di meno! Mi rallegro di non trovarla. A colazione qualche parola male assortita con il ragazzo della mattina prima.. Non so ancora il suo nome, ne da dove viene. Il mio cervello non è ancora operativo. Un po’ meglio dopo un merdoso Nestcafè. Alla fine esco.
Voglio tornare in spiaggia. C’è di nuovo un sole meraviglioso. Questa volta passo per Albert Park, è a due passi dall’ostello. Scopro quattro pappagalli bianchi con delle facce davvero stupide, passo qualche minuto a fotografarli. Continuo la traversata del parco.. pappagalli dappertutto. Ce ne sono tantissimi verdi con le ali colorate. Ogni tanto saluto qualche amico a quattro zampe, i padroni sono sempre cordiali, è facile scambiare con loro qualche parola.
Arrivo in spiaggia, la sabbia è bianchissima dirigendosi verso Port Melbourne. Il sole è piacevole, decido di togliere le scarpe. Cazzo, una pessima idea.. è come camminare sulla neve. La sabbia non sembrava così fredda a vedersi. Resisto pochi minuti, poi le rimetto. Faccio un’altra lunga camminata, e per lunga intendo davvero lunga, le mie camminate non durano meno di 7 ore al giorno, credo di essere quasi pronta per il duro lavoro dei campi.
L’acqua da questa parte del mare è davvero gialla, ci avviciniamo al porto; i pontili pululano di pescatori spagnoli. Attraverso tre pontili prima di arrivare allo Station Pier ed al Princes Pier. Arrivata verso la zona del porto non c’è davvero più niente di wild. Decido di dirigermi a piedi verso la City. Attraverso la zona industriale, davvero brutta. Salvo uno strano uccello rimasto imprigionato tra le sliding doors di una Police Station. Pranzo con una zuppa di noodle, che mi ustiona la lingua e che riporto indietro perché contenente polpettine di carne?! Ne richiedo un’altra più verdurosa, ma purtroppo più insipida.
Poi una breve visita all’Ian Potter Centre . Il museo è piacevole, non finisco di visitarlo perché è orario di chiusurà. Decido che ci tornerò.
Il resto della serata lo passo sul divano, a far vedere le mie foto al francese, davanti a degli episodi dei Simpson. Sono davvero troppo stanca per comunicare in inglese, riesco a resistere fino alle 20.00. Vado a letto. Ancora senza cena, ancora con le fastidiose roommate che ridono e lasciano la luce accesa di proposito.














martedì 26 giugno 2012

Se non altro.. lo leggerà mia madre.



Inutile incominciare parlando di tutte quelle stronzate su quanto sia difficile scrivere trovandosi davanti una pagina bianca, I mean.. si ho bisogno di sciogliermi un po'.. di capire qual'è il principio.
Non farò iniziare questa storia dal saluto in aereoporto, troppo intimo per parlarne, così a freddo. 
Iniziamo da quando sono salita sull'aereo. China Eastern Airlines, per me una realtà parallela. Tutto era in cinese, tutti erano cinesi.. Si lo so, volo diretto a Shangai Pu Dong, potevo immaginarlo, ma fa comunque un certo effetto. Posto nel corridoio, mi siedo di fianco a tre ragazze cinesi, due erano amiche, chiacchieravano in italiano; l'altra, quella vicino a me, un po' più donna che ragazza. All'inizio cerco di comunicare con lei in inglese, mi fa capire che non lo parla, capisce che sono italiana e inizia a parlare la mia lingua. Tutte e tre con custodia dell'Iphone rigorosamente provvista di orecchie animali (la mia ricoperta di adesivi made in china mi ha fatto sentire un po' più integrata). I posti a sedere provvisti di un cuscinetto, che scopro comodissimo per la lombare, un plaid, varie riviste e cuffie auricolari. Amara delusione quando capisco che non c'è un cavo per collegare il mio laptop. Amarissima delusione quando scopro che l'audio del mio posto a sedere non è funzioante. Dopo poco le hostess orientali, che nella mia mente si sarebbero iniziate a spogliare da un momento all'altro (probabilmente per via delle divise e i capelli raccolti), iniziano a consegnare bollenti asciugamanini bagnati per detergere le mani, sensazione molto piacevole. Il dopo piuttosto disgustoso, cibo veramente pessimo. Passo la maggior parte del viaggio dormendo, parlo poco con la mia vicina. Un secondo pasto per "colazione", mi disgusta più del precedente. Ovviamente sono costretta a scanzare la carne da ogni cosa not suitable for vegetarian. Arriviamo e piove, la mia vicina si lamenta, in cina piove sempre. Vedo poco della cina, ma l'aria ha un odore strano, sa un po' di terme. Sono così disgustata dai pasti precedenti che non sento il bisogno di comprare cibo cinese, che adoro, in aereoporto. Passo l'attesa per lo più what's uppando con Gianmaria. Mi manca già molto. Il volo successivo è pressochè lo stesso. Ho però il posto a fianco al finestrino (sull'ala) e un cinese ciccione dall'altro lato. Passo la maggior parte del volo dormendo, i film sull'aereo non hanno nemmeno i sottotitoli in inglese, anche se per un po' ne guardo uno che sembra un videogame. Il resto abbastanza irrilevante, a parte le strane abitudini mattutine delle donne cinesi, una si picchietta la crema sul viso in maniera abbastanza bizzarra, un'altra dorme con una strana maschera di silicone, very creepy. Facciamo che sono arrivata a melbourne. Cambio i pochi soldi che mi ero tenuta cash, prendo la navetta che mi porta in centro. Non ho internet e non so dove sono. Per una Iphone addicted è abbastanza difficile vivere senza GPS. Chiedo indicazioni alla prima persona che trovo alla fermata del tram, parla molto di fretta, ma si fa capire, mi manda a comprare una Miky, praticamente la versione melbourniana della Oyster. Mi fa caricare sopra 30 dollari. Mi indica un ufficio informazioni dove prendere una mappa degli auto, è molto gentile. La terribile donna allo sportello, con la pelle arrossata, che dopo pochi secondi scopro essere un uomo, non è molto cordiale, come le persone incontrate fin ora, forse a causa del suo aspetto che lo rende infelice. Mi da la mappa. Non mi serve a molto, non capisco bene come leggerla. Mi perdo altre due tre volte. Salgo nella direzione sbagliata del tram, qualche Aussie mi aiuta a trovare la strada, una aiutandosi con l'app dei PT Public Transport (molto utile.. l'ho già scaricata). Alla fine un po' imbranatamente riesco ad arrivare all'ostello. La mia stanza, da quattro, dormitorio femminile, è al secondo piano. Trascino la valigia a fatica, apro.. Si è sicuramente abitata da inglesi, veramente sporca e caotica, mi ricorda le camere degli ostelli scozzesi. Esco e faccio un giro per la City, davvero stanca, soffrendo per la mancanza di Gim. Lungo il Yarra River sembra di passeggiare sul Thames, stessa atmosfera, in certi punti luci natalizie. I paragoni con Londra continuano per tutto il viaggio.  Fa davvero freddo. Torno in ostello, faccio richiesta per il Tax number online (arriverà in una settimana, si spera), poi a letto presto. Le mie coinquiline non rientrano a dormire, scopro il perchè: è sabato sera. Il secondo giorno più o meno lo stesso, visita al Victorian Market, non un granchè (carina la zona alimentare), compro quattro avocado. Poi un piacevole giro per le viuzze del centro, tra Flinders St e Collin St è pieno di negozietti e sushi bar, diciamo che è il corrispondente di Soho (in piccolo). Non sapevo quanto fosse anglosassone l'Australia prima di metterci piede, mi scopro veramente ignorante, e sorpresa dal fatto che le macchine guidano nel senso inverso, come in Inghilterra. Compro finalmente una scheda telefonica australiana, Telstra, pays as you go (non ho ancora aperto un conto in banca).Verso ora di pranzo, dopo un vegetarian sushi e un po' di shopping moderato.. e comprato un vestititino che non credo di potermi molto permettere, con fantastiche stampe di animali del bosco, linea a trapezio, che credo starebbe bene con una cinta a vita alta, che non ho portato con me.. dicevo, dopo aver fatto un po' di shopping, decido che il cinema può essere una buona idea. Cerco Snow White and the Huntsman, lo danno al Hoyts Melbourne Central. E' un centro commerciale, entro e trovo degli stand vintage, comrpo un pantalone a vita alta verde fango, non lo provo, sono dimagrita molto, so che mi starà bene. Poi salgo e vado a fare il biglietto. -Adulta o studente? Studente, ma non ho la carta con me.. (queste cose non funzionano a Melbourne, Australia). 22 dollari per un biglietto d'adulta. Rosico moderatamente, col cambio valuta scopro che corrisponde a 16 euro, questo mi consola un po'.  Entro e la sala è veramente, estremamente.. grande! E' lo spettacolo delle 3.20, ma è quasi totalmente piena. La risoluzione è pazzesca. Il film lo apprezzo, per lo più per il cacciatore (ma sopratutto per la scenografia e gli effetti), poco per la trama, ogni tanto fatico a non cedere al sonno. Maledetto jet lag. Finisce così anche la seconda giornata. Le compagne di stanza sono tornate, sono irlandesi, una è gentile, l'altra un po' rosicona, si lamenta di un ragazzo che l'ha respinta perchè grassa. In realtà ha un viso abbastanza carino, però è acida e complessata. La terza ragazza non dorme in stanza, è un po' zotica e si lamenta di aver bevuto troppo, poi esce per andare a bere. Vado a letto senza cena, come la sera prima.
Mi sveglio prima dell'alba, chatto con Gimmi, poi mi faccio una doccia, sono veramente magra, I like it. Esco e  la prima cosa che faccio è aprire un conto in banca, in 20 minuti è fatta, devo aspettare meno di una settimana per avere la carta, ma il conto è operativo. Vado a visitare l'Australian Centre of the Moving Immage, in realtà solo la sezione free, con videogiochi autoprodotti e vincitori di svariati premi, certi con grafiche molto belle e suggestive, uno era praticamente ambientato al Circeo, ma comunque sono tutti poco comprensibili, abbastanza snervanti dopo poco. Il resto del giorno cammino davvero tanto, vado a visitare Fitzroy Garden senza entrare nel Cooks Cottage, la casa del cazzone? no.. La prima casa costruita a Melbourne (per ora resto ignorante in materia e non so dare ulteriori informazioni). Arrivo poi sempre camminando a Carlton, quartiere italiano, dove mi ha suggerito di andare il proprietario dell'ostello per cercare lavoro. Ovviamente non ho parlato con nessuno, ho già deciso che il mio lavoro sarà in una farm. Piove, entro in un posto carino dove fanno veggie burger. E' con i ceci, molto buono. Inauguro la nuova scheda telefonica con una lunga telefonata a Luca, condividendo impressioni Australiane, mi dice che ha radunato la mandria in elicottero.
Arrivo a casa. La mia giornata finisce così, con le snervanti compagne di camera che lasciano la luce accesa mentre dormo e si lamentano della stronzagine maschile. 

Così arriviamo ad oggi, a colazione parlo con un altro Backpacker, non capisco bene da dove viene, in Italia tendiamo a generalizzare con Bangladesh, ma al momento mi sembra una cosa meschina. E' qui da un anno è mezzo, parliamo di serpenti e ragni, dal momento che ho deciso di lavorare come Picker Fruits (Luca mi consiglia la Tasmania, dove gli stipendi sono più alti). Poi decido di fare un giro per St. Kilda è vicino all'ostello, posso arrivarci a piedi, così non ho problemi ad arrivare a Kensington per pranzare con Rosie (il mio contatto Australiano). Arrivo a piedi fino all'oceano, salgo sul pontile. La meraviglia! Centinaia di stelle marine su un fondale veramente limpido, nonostante si trovi in un porto. Condivido il momento con Gianmaria, tramite videochiamate varie, ha la febbre ed è notte fonda da lui. Arrivo alla fine del pontile. Un cartello dice di non fotografare i pinguini... I pinguini??? Un pirata, che da da mangiare alle oche, mi chiede se voglio vedere i cuccioli di pinguino. Certo che si! Eccoli tra gli scogli, non riesco a fotografarli per via sole, si trovano rintanati in fessurine troppo buie.. Molto emozionante, mi godo il panorama, faccio un po' di bird watching, poi mi avvio verso la terra ferma. Scatto altre foto, poi li vedo.. una ventina di delfini che nuotano, circondati da gabbiani.. fanno balzi fuori dall'acqua, riesco a fotografarli, male per via della messa a fuoco manuale.. ma  è tutto davvero emozionante! Troppo emozionante! Contatto Rosie chiedendo di rimandare il pranzo. Ho ancora bisogno di natura. Tornando a riva passo una buona mezz'ora salvando stelle marine arenate, poi costeggio il mare per ore, interagendo con svariati cani, uno dei quali insiste perchè gli lanci un bastone di 2 metri, davvero pesante, finchè non decide di sfrecciare via.. fortunatamente.. 
Passo altri due Yatch club, mangio in un Fish and chips, un altro veggie burger, di patate, con uova, ananas, insalata, ecc. Un po' pesante.
Torno in ostello dopo un'altra ora, passando per Brighton: un sobborgo con case meravigliose, abitato da persone veramente ricche, lo dimostra il fatto che gli unici negozi sono centri relax e ambulatori chirurgici. Entrando in camera mi accorgo di non avere il lettore di scheda. Esco a comprarlo e mi ritrovo a Brick Lane..!! Solo che si chiama Chapel St. . Davvero una giornata piena di sorprese! 
Una giornata che si conclude con me, nella sala comune, che decido di scrivere un blog, ogni tanto parlo con dei francesci (che al momento sono a cena nell'altra stanza, mangiando cose rivoltanti).. Mi trovo più a mio agio a parlare con persone con un inglese non proprio fluente.. 
Per ora è tutto. spero di non avervi annoiato troppo.
xoxo Veronica.