E dopo una giornata a Roma all’Animal
Liberation Day…
(una manifestazione in memoria della
liberazione dei Beagles destinati alla vivisezione.. sottratti all’allevamento
lager di Green Hill. Io approfitto del viaggio anche per portare la piccola
Mouse alla sua nuova famiglia.. poi non resisto e rimango a Roma. Passo la
notte in compagnia di Thony e Leo.. ed Ula, la loro cana mastodontica, ma
dolcissima! La sera andiamo al Rewild, per togliermi una curiosità, perchè non ci ero mai stata..)
..così arriva finalmente anche la
nostra “giornata della liberazione”. In questo caso si tratta delle due
caprette, tenute da più di un anno prigioniere in una sudicia e buissima
stalla.. in una casa poco distante dalla mia, qui a Bolognano.
Quando i miei amici arrivano io e
Micia siamo ancora abbracciate, che dormiamo sonni profondi.. Sento suonare. Out
abbaia.. ed in un minuto io apro la porta già vestita. Certo, ancora rincoglionita
e con i capelli arruffati.
Mi affretto a preparare le
ciotole di pappa per Out e Micia, mi sento decisamente in colpa a lasciare Out
così tanto tempo da sola.. come se per salvare le capre stessi abbandonando il
mio cane.. ma alla fine, con tutti i suoi giochi e una ciotolona extra di
pappa, la chiudo nel terrazzo L
e ci avviamo verso le caprette.
Il loro pianto è terribile,
quando il vecchio proprietario le prende di peso e le carica nel furgone, come quello
di un bambino disperato, ma, una volta in macchina, allora entrano in uno stato
di silenzio.
La strada è tanta e noi ci
apprestiamo a raggiungere l’autostrada: direzione Rimini. Direzione nuova vita.
Le caprette sono una giovane
coppia incestuosa (perché fratello e sorella), che si appresta ad avere un
bambino..
Il viaggio è lungo, ma la
compagnia è delle migliori: sono con Fede, Samanta e Sabrina.. e nonostante la
puzza del capretto (direi di pecorino, ma a questo punto sarebbe più sensato
dire che è il pecorino a puzzare di capretto!), il viaggio è estremamente
piacevole ed il tempo scorre veloce.
Verso le dieci arriviamo nella
periferia sud di Rimini, dove la nuova famiglia ci aspetta, in una bella
villetta di campagna. E siamo tutti felicissimi di liberare, finalmente, le
caprette.
Anche se spaventate,
nelle braccia mie e di Samanta, non piangono come con il vecchio padrone, ma sono
più tranquille.. forse hanno già capito che da oggi in poi potranno correre, saltare
e riprenderanno possesso della loro vita.
Finalmente con il cuore sereno (ed
io anche ben fornita di pipì di capretto sulla maglia..) ci lasciamo invitare
dentro per un caffè e per fare due chiacchiere con la nuova famiglia. Poi
ripartiamo.
Il viaggio di ritorno, in cui le
conversazioni diventano più piccanti, conserva la serenità e freschezza di
quello dell’andata. Nonostante la stanchezza, o meglio: “l’abbiocco”.. anche
qui il tempo mi sembra passare veloce. Arriviamo a casa prima
delle 16.00 e posso finalmente liberare anche il mio di animale. Out, che fa la
pazza scatenata ed inizia a correre e saltare.
Insomma questo è il racconto di
un primo maggio perfetto. Reso possibile grazie all’impegno di Samanta, di una
famiglia con un grande cuore che ha accolto le caprette.. alle tante persone
che sono state vicine alle caprette con i soldi e con il cuore, a Fede che ha
guidato per più di sei ore, a Sabrina che ci da sempre la carica con il suo
entusiasmo.. ed un po’ dai, anche grazie a me -.- .
sembra la mia coperta a fiori quella sotto alle caprette...cmq sono carine...anche perchè da qui la puzza non si sente!!!1
RispondiEliminaLa coperta era di Sam.. è uguale alla tua!
RispondiEliminaSei grande grande grande!
RispondiElimina..........e testarda più delle caprette:brava!